Hai cercato
Pittore
Olinto Ghilardi
Sei interessato alla vendita o all'acquisto delle sue opere?
Acquistiamo opere di questo artista
e di altri pittori e scultori dal XVI secolo sino alla prima metà del XX secolo
La galleria Berardi offre un servizio gratuito e senza impegno di valutazione di opere di arte antiche e moderne. Per orientarsi nel mercato dell'arte, assai complesso e pieno di sfumature, è meglio affidarsi ad un consulente professionista che sappia rispondere in maniera veloce e concreta alle tue esigenze. La chiarezza delle risposte risolverà in maniera efficace la necessità di stimare o mettere in vendita un bene.
Contattaci immediatamente senza impegno
Risposte anche in 24 ore:
Olinto Ghilardi
Olinto Ghilardi è un pittore livornese nato nel 1848 e scomparso nel 1930. Si hanno però pochissime notizie sulla sua vita. Sicuramente lavora nel teatro, poiché si ha traccia di una sua scenografia per la Carmen andata in scena nel 1892 al Teatro Goldoni di Livorno.
Olinto Ghilardi è però maggiormente conosciuto per i suoi soggetti a tema esotico, in particolare indiano. Infatti, parte alla volta dell’India insieme a Ermenegildo Bois (1863-1933) scultore italiano – anche lui livornese-, e si trasferisce nel Paese asiatico per alcuni anni.
Nel XIX secolo il fascino per l’Oriente era molto intenso, e l’India era stata scelta come meta e fonte di ispirazione da alcuni artisti europei. Probabilmente per questa ragione Olinto Ghilardi fu spinto a partire alla volta dell’Oriente o per cercare di fare fortuna come artista occidentale in terra straniera.
Olinto Ghilardi lavora all’Art College di Calcutta per alcuni anni e ricopre l’incarico di Vice Preside, rivestendo così un ruolo fondamentale nell’arte indiana. Infatti chiara è l’influenza dell’artista italiano sulla pittura indiana contemporanea. Ghilardi fu anche mentore e insegnante di Abanindranath Tagore, pittore e scrittore indiano, tra i maggiori esponenti dell’arte indiana moderna. Tagore gli succederà alla direzione dell’Art College nel 1905 quando probabilmente Ghilardi lascerà la carica per tornare in Italia.
L’influenza tra l’India e Olinto Ghilardi sarà però reciproca, poiché l’India sarà il soggetto della maggior parte delle opere conosciute dell’autore livornese tanto da divenirne uno dei suoi maggiori narratori. Ritratto di anziani indiani (1900), Ritratto di una ragazza tibetana dell’India nord-orientale (1896), Rivolta musulmana, sono alcuni dei titoli delle opere di Olinto Ghilardi.
“Chi conosce lo splendore quasi magico dell’India, la bellezza dei monumenti indiani, la meravigliosa vegetazione, e la ricchezza dei colori smaglianti dei costumi anche dei più umili indigeni, non può che provare una viva ammirazione per l’arte di questo pittore che sa riprodurre sulle sue tele con tanta fedeltà, e con vero sentimento artistico la vista pittoresca del lussuoso paese orientale, non trascurando i più minuti particolari né della natura, né dell’architettura degli splendidi templi e palazzi[1]”. Queste sono le parole a lui dedicate nella rivista “Nuova Antologia” che sottolineano la capacità espressiva ed emotiva del pittore livornese e il suo amore per l’India.
Ad inizio Novecento Olinto Ghilardi lascia l’India e nel 1909 sicuramente è a Livorno poiché partecipa alla decorazione del Caffè Bardi, un caffè storico di Livorno situato all’angolo tra Piazza Cavour e Via Cairoli che fu attivo dal 1908 al 1921. Il Caffè diviene in breve tempo punto di ritrovo di numerosi artisti livornesi dell’epoca, sulla scia del Caffè Michelangelo di Firenze o dei tanti caffè parigini fin de siècle. Il Caffè Bardi annovera anche Amedeo Modigliani tra i suoi ospiti.
Nel 1909 il proprietario, Ugo Bardi, coinvolge alcuni artisti nella decorazione interna, che realizzano opere esposte tra le colonne e sulle pareti. Prendono parte alla decorazione Mario Puccini, Corrado Michelozzi, Renato Natali, Benvenuto Benvenuti, Umberto Fioravanti, Giulio Ghelarducci e il nostro Olinto Ghilardi con Scena indiana che aggiunge al ciclo decorativo l’immaginario esotico che gli era tanto caro.
Emanuela Di Vivona
[1] R. Bagot, Impero e libertà nelle colonie inglesi, “Nuova Antologia”, CLXXXV, 1916, p. 409.
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.