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Pittore

Pan Yuliang


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Pan Yuliang

( Yangzhou 1895 - Parigi 1977 )

Pittore

    Pan Yuliang

    Pan Yuliang, nata nel 1895 a Yangzhou con il nome di Chen Xiuqing è una delle più famose pittrici cinesi della prima metà del Novecento, nota soprattutto per aver rivoluzionato la pittura del suo paese creando un felice e sofisticato connubio con il linguaggio occidentale.

    Morti i suoi genitori, viene affidata allo zio, che all’età di quattordici anni la vende a un bordello per avviarla al mestiere di prostituta. Notata da un ricco funzionario, frequentatore del posto in cui lavora, viene richiesta da lui in sposa, ricevendo la libertà. A questo punto prende il suo nome Pan, unendo al cognome dello zio Yuliang, con i quali firmerà tutti i documenti, le lettere e le sue opere.

    Una pittrice cinese in Europa: il viaggio dell’emancipazione

    Trasferitisi a Shanghai, nel 1920 entra nella locale Scuola d’Arte dove studia pittura con Wang Jiyuan. Nonostante sia costretta ad affrontare un percorso lungo e difficile – al tempo in Cina esistevano pochissime artiste donne – ottiene il diploma e, incoraggiata dal marito, compie il suo primo viaggio in Europa per perfezionarsi e per studiare l’arte occidentale. Prima approda a Lione, poi si sposta l’Ecole National Supérieure des Beaux Arts di Parigi ed infine una borsa di studio la porta all’Accademia di Belle Arti di Roma nella metà degli anni Venti. Le sue opere di questo primo periodo mostrano già una predilezione per i colori vivaci, le pennellate sciolte, l’intima rappresentazione muliebre.

    Nel 1929 viene invitata a insegnare alla Scuola d’Arte di Shanghai. In questo periodo particolarmente fiorente, Pan Yuliang tiene diverse personali in Cina, dove da una parte viene acclamata come una tra le prime artiste ad essere influenzata dalla pittura occidentale, dall’altra viene aspramente criticata dal governo per l’eccessiva libertà espressa soprattutto nei nudi femminili, che costituiscono il vero fulcro della sua produzione.

    Una raffinata e seducente rappresentazione muliebre

    Ispirata dalle donne cinesi o prendendo se stessa come modella, Yuliang ha dato vita a un linguaggio in cui il segno rimane preponderante e il colore assume, nel suo valore bidimensionale, un’importanza espressiva che rende le sue opere molto vicine agli stilemi Fauve e  Nabis.

    Oltre l’esplicita sensualità dei nudi, ciò che appare più rivoluzionario nelle sue opere è la presentazione di una donna dall’aspetto gioioso, libero, audace, con un attributo che ritorna frequentemente: i piedi nudi  di dimensioni normali o che calzano scarpe con il tacco, così lontani dalla costrizione delle fasce imposta dalla tradizione cinese.

    Di fatto, pur venendo osteggiata, la pittrice rappresenta il raggiungimento di una modernità fino ad allora mai ottenuta in Cina nel campo dell’arte femminile. Nel 1937, rientra a Parigi, dove rimane per il resto della sua vita e dove, oltre a continuare a dipingere, viene anche nominata presidentessa dell’Associazione artistica cinese.

    Nel suo ultimo autoritratto completato nel 1963, l’artista siede con la camicetta aperta e i seni scoperti, mentre il braccio sinistro è appoggiato su un tavolo con un bicchiere e un posacenere pieno di mozziconi di sigaretta. Ormai libera dalle costrizioni sociali che l’avevano portata all’esilio volontario a Parigi, Pan negli ultimi anni francesi esprime una certa nostalgia della Cina; non è un caso, infatti, che non abbia mai rinunciato alla cittadinanza cinese. Nonostante il successo ottenuto in Europa e in America, nella fase finale della sua vita parigina Pan Yuliang viene pressoché dimenticata. Muore a Parigi nel 1977, a ottantadue anni.

    Elena Lago

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