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Pittore
Raimondo Scoppa
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Raimondo Scoppa
Raimondo Scoppa si formò presso il Real Istituto di Belle Arti di Napoli come allievo di Gabriele Smargiassi, da cui ereditò l’esercizio della pittura dal vero coniugata ad un’impostazione classicista del paesaggio. Queste caratteristiche sono comuni a tutti gli esponenti della Scuola di Posillipo, compagine di maestri italiani e stranieri che contribuì a superare le convenzioni accademiche nella pittura di paesaggio precisamente grazie al continuo confronto con il “vero”.
Scoppa fu presente con una certa regolarità alle principali esposizioni partenopee con una produzione paesaggistica dedicata ai dintorni di Napoli. Alla Biennale borbonica esordì nel 1841 con Veduta del molo di Napoli e con Paesaggio con tramonto di sole, ed in seguito ottenne anche riconoscimenti ufficiali: una medaglia piccola d’oro nel 1855 per il paesaggio composto L’orazione all’orto, e un’altra ne conquistò nel 1859 per Bice condotta al castello di Rosate (acquistato dalla Casa Reale e oggi in sotto consegna presso il Circolo della Stampa di Napoli).
Nel 1854 Ferdinando II gli commissiona Il dirupo di Capo D’Urso nella provincia di Salerno, oggi conservato presso il Palazzo Reale di Napoli. Dopo l’Unità Scoppa espose presso la Promotrice di Napoli e di Genova e partecipò anche alle Esposizioni nazionali di Firenze (1861, Campagna nelle vicinanze di Montesarchio) e di Napoli (1877, Pianura di Castellammare).
I due quadri raffiguranti la Valle dei Mulini ad Amalfi possono essere datati per via stilistica alla seconda metà del secolo, poiché la stesura sintetica a brevi pennellate rimanda alla ricerca del vero maturata in Italia dopo l’esperienza della “macchia”. Il soggetto, già affrontato dai principali pittori posillipisti da Teodoro Duclere a Gonsalvo Carelli, ritrae uno dei posti più suggestivi dell’entroterra di Amalfi: la parte terminale del torrente Canneto, prima che esso raggiunga il centro di Amalfi, dove il paesaggio è caratterizzato dalle case-ponte e dai mulini ormai già caduti in disuso.
Per l’impostazione il dipinto firmato ricorda il capolavoro di Karl Blechen, ora conservato presso il Museum for Bildende Kunste di Lipsia. In via ipotetica è possibile identificare i dipinti con la Vallata di Mulini, Amalfi – nel catalogo però non è specificato se si tratti di un pendant – inviata da Raimondo Scoppa alla Promotrice di Genova del 1880.
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