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Rembrandt Bugatti


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Rembrandt Bugatti

( Milano 1884 - Parigi 1916 )

Scultore

    Rembrandt Bugatti

    Quotazioni di Rembrandt Bugatti

    Rembrandt Bugatti, lo scultore animalista italiano più apprezzato a livello internazionale, ha quotazioni che oscillano tra i 40.000 euro e i 150.000 euro per gli animali di medie dimensioni.

    I disegni sono stimabili tra i 1.000 euro e i 3.500 euro. Il record di aggiudicazione del 2015 è di 2.059.650 euro per uno dei suoi capolavori, un eccezionale babbuino in bronzo. Queste valutazioni sono puramente orientative e variano a seconda di molti fattori: si prega di contattarci per ricevere una stima precisa della vostra scultura di Bugatti.

    Biografia

    Rembrandt Bugatti è figlio di Carlo Bugatti, progettista di automobili, mentre il suo padrino di battesimo è lo scultore Ercole Rosa. È stato lui a consigliare ai genitori il nome Rembrandt, che racchiude per il piccolo un destino di artista.

    Nonostante i genitori lo abbiano indirizzato alla carriera ingegneristica, Bugatti mostra ben presto l’attitudine di scultore, che lo porta a trasferirsi a Parigi con la famiglia, in rue Jeanne-d’Arc.

    Nei primi mesi francesi passa molto tempo nello zoo cittadino, intento a osservare e studiare gli animali esotici, annotandone i movimenti, le anatomie, gli atteggiamenti. Una sorta di affetto si instaura tra Rembrandt e gli animali dello zoo, che quasi rappresentano gli unici amici dell’artista, dal carattere schivo e solitario.

    La scultura animalier: superfici scabre e vibranti

    Inizia a realizzare i suoi soggetti animalier nello studio di rue Duméril, ricordando a memoria gli animali e eseguendo le sculture in maniera rapida e istintiva, tenendo presente soprattutto all’inizio la vena scapigliata e scabra di Paolo Troubetzkoy (1866-1938), amico di suo padre.

    Il suo esordio avviene alla Biennale di Venezia del 1903, con i due bronzi Cavalli e Cane, dalle superfici vibranti e tormentate che lo rendono subito noto agli occhi della critica. Solo in un secondo momento, il tormento viene sostituito dalla originale e sapiente sintesi di movimento ed eleganza dei piani. Alla Mostra nazionale delle Belle Arti di Milano del 1906 espone Padre e figlio, L’ippopotamo e Dieci minuti di riposo, mentre alla Biennale del 1907 presenta Cervi cinesi, Elefante e leone divorante un osso.

    Tra Parigi e Anversa: un animalista irrequieto

    Alla Biennale del 1910 presenta ben sedici opere, tra cui Tigre che sbadiglia, Cammelli, Due cicogne, Giaguaro, Gazzella, Auroc, Rinoceronte, Gruppo di zebù. Epidermide, muscoli, pose, movimenti degli animali sono colti nella suggestione di un attimo, trasferito nel bronzo senza la mediazione di studi e bozzetti. Nel suo repertorio compaiono marabù, antilopi, elefanti, tigri, puma, cervi. Nel 1911 alla Mostra Internazionale di Roma espone Giaguaro seduto, Giaguaro a riposo e Tigre. Segue poi la partecipazione alla Secessione romana nel 1913 dove espone sette sculture, tra cui Giraffa, Due cicogne e Rinoceronte di tre anni.

    Nel 1914, partecipa alla sua ultima Biennale con Scimmia cinocefala, Cervo, Elefante, Antilope e Capre. Personalità inquieta, partecipa però a numerose mostre e stringe amicizia con il gallerista Adrien Hébrard, da cui espone in diverse occasioni. La guerra lo sorprende e lo sconvolge profondamente: attraversa un periodo molto difficile in cui si avvicina alla religione. Genera in lui particolare sofferenza l’uccisione degli animali dello zoo in prossimità del conflitto, per evitare che creassero problemi durante i bombardamenti. Fugge in Olanda, dove rimane per qualche mese, ma nel 1916, dopo essere riuscito a rientrare a Parigi, si suicida nella sua casa di rue Joseph Bara.

    Elena Lago

     

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