Hai cercato

Scultore

Renato Di Bosso


Sei interessato alla vendita o all'acquisto delle sue opere?

Acquistiamo opere di questo artista

e di altri pittori e scultori dal XVI secolo sino alla prima metà del XX secolo

La galleria Berardi offre un servizio gratuito e senza impegno di valutazione di opere di arte antiche e moderne. Per orientarsi nel mercato dell'arte, assai complesso e pieno di sfumature, è meglio affidarsi ad un consulente professionista che sappia rispondere in maniera veloce e concreta alle tue esigenze. La chiarezza delle risposte risolverà in maniera efficace la necessità di stimare o mettere in vendita un bene.

Contattaci immediatamente senza impegno

Risposte anche in 24 ore:

Telefono

06.97.606.127

E-mail

info@berardiarte.it

Whatsapp

347.783.5083

Renato Di Bosso

( Verona 1905 - Negrar di Valpolicella 1982 )

Scultore

    Renato Di Bosso

    Quotazioni di Renato di Bosso

    Le sculture di Renato di Bosso in bronzo e in acciaio di dimensioni contenute oscillano tra i 1.000 e i 3.500 euro, mentre quelle di misure medie sono quotate tra i 4.000 e i 7.000 euro a seconda del soggetto. Se dovessero comparire sul mercato capolavori di dimensioni notevoli e di soggetto impegnato, potrebbero anche superare queste cifre.

    Queste stime sono del tutto orientative e dipendono da diverse variabili, come le dimensioni e il soggetto. Contattaci per avere una stima gratuita e precisa della tua opera.

    Biografia

    Renato Di Bosso è lo pseudonimo di Renato Righetti, nato a Verona nel 1905 da una famiglia di artigiani e artisti. Il nonno, il padre e lo zio avevano infatti studiato all’Accademia Cignaroli di Verona e praticavano l’attività di intagliatori e scultori. Anche Renato Di Bosso, dopo aver frequentato la Scuola d’arte applicata all’industria, si iscrive all’Accademia Cignaroli dove si diploma nel 1925. Inizia così ad esporre a Cuneo le sue prime opere, che risentono ancora del clima verista di fine Ottocento. Il significativo cambiamento avviene tra gli anni Venti e Trenta, in seguito alla lettura di Pittura e scultura futurista di Umberto Boccioni che lo indirizza verso il movimento futurista. Renato Di Bosso diventerà così uno dei protagonisti del secondo futurismo e sarà proprio Marinetti a dargli il soprannome “Di Bosso” per la passione che ha per questo tipo di legno, il bosso appunto, con cui realizza la maggior parte delle sue opere scultoree.

    La sintesi futurista

    Renato Di Bosso era molto influenzato dal più grande pittore e scultore futurista scomparso durante la Prima guerra mondiale e proprio a lui sarà dedicato un gruppo futurista che fonda a Verona nel 1931 chiamato “Gruppo veronese futurista Umberto Boccioni”. Renato Di Bosso collabora anche alla redazione di alcuni manifesti come il Manifesto futurista per la scenografia del Teatro Lirico all’Aperto all’Arena di Verona del 1932.

    Sempre dal 1932 si inizia ad interessare, oltre che di scultura, anche di pittura, dedicandosi in particolare modo all’Aeropittura, la cui prima opera viene presentata alla Mostra d’arte futurista di Roma del 1933, Aerovisioni sintetiche simultanee del Lago di Garda, tela che verrà esposta anche alla Biennale di Venezia del 1934.

    Renato Di Bosso utilizzava prevalentemente il legno, ma anche materiali poco convenzionali, come il cristallo o l’alluminio, alluminio impiegato per esempio per creare le sue celebri Anticravatte, soggetto di un manifesto che Renato Di Bosso aveva firmato insieme al collega Ignazio Scurto: il Manifesto futurista sulla cravatta italiana.

    Nel 1935 Renato Di Bosso è ospite alla Seconda Quadriennale romana con Aeropittura: Agello, pilota campione e Milite della Rivoluzione Fascista, complesso plastico, quest’ultima una scultura di legno patinata a finto bronzo che rivela le influenze della scultura cubista di Oleksandr Archypenko. Lo scultore ucraino era stato uno dei primi a sviluppare in scultura le idee sullo spazio-tempo cubiste, ad applicare i vuoti e a sperimentare l’utilizzo di vari materiali nella stessa scultura.

    Anche Renato Di Bosso riflette sul problema spazio-temporale dell’aeropittura e lo supera realizzando dei quadri circolari rotanti che, girando su un perno, consentono diverse visioni. Così facendo Renato Di Bosso crea una perfetta sintesi tra la sua amata scultura e la pittura. Un esempio di questo sperimento è Aeropittura su tavola rotonda esposta all’Esposizione di Milano del 1938.

    Il fascino della guerra

    Dalla metà degli anni Trenta Renato Di Bosso diventò protagonista di un’epica figurativa dedicata alla guerra. 

    L’artista partecipa anche in prima persona a voli di ricognizione, i cui immaginari confluiscono nelle sue opere con spiccati accenti propagandistici in favore dell’aeronautica militare.

    Nel 1939, infatti, alla Terza Quadriennale di Roma presenta due riflessioni su questo soggetto: Aeroscultura di squadroni imperiali e Aeropittura di una festa guerriera sul mare. Alla Mostra del Sindacato fascista a Milano del 1941 espone Balilla e Legionari in marcia; e nel 1943, alla Quarta Quadriennale romana partecipa con due Aeropittura di guerra e Paracadutista lanciato.

    Negli anni Quaranta si dedica anche alla xilografia e nel 1941 pubblica il Manifesto dell’Aeroxilografia, anche se aveva già sperimentato questa tecnica anni prima, esponendo alla Mostra del Sindacato fascista del 1931 a Verona tre xilografie Piazza Erbe, Chiesetta al sole e Madonnina, un bronzo Suora (maschera) e una scultura, San Giovannino, dove ancora si intravedeva l’influenza del linearismo e della sintesi formale di Adolf Wildt.

    Le Biennali di Venezia 

    Renato Di Bosso è ospite anche in diverse Biennali di Venezia, come la già citata edizione del 1934. Nel 1936 nel padiglione del futurismo italiano espone le sculture in legno Il saluto fascista, Legionari in marcia, la scultura polimaterica Soggetto religioso, l’opera in legno e gesso Balilla e la scultura Spiralando su Sabaudia

    Nel 1940 è ospite con due aeropitture Aeroritratto dell’aeropoeta Marinetti, Aeroritratto di Verossì e una scultura in legno Giuocatore di pallacorda.

    L’ultima edizione a cui partecipa è quella del 1942 nella quale espone diverse opere tra cui Aeropittura di macchine di guerra, In volo sul villaggio M. Bianchi, Pilota stratosferico (aeroscultura) e delle xilografie Regata a vela, Calcio, Motonautica, Ciclismo, Pugilato.

    Il 1944 è un anno molto pesante per lo scultore, infatti un bombardamento colpisce il suo studio che viene distrutto, così come molte delle opere contenute all’interno. Il 1944 è anche l’anno della scomparsa di Marinetti, uno dei suoi punti di riferimento. Renato Di Bosso dopo questi due eventi sospende l’attività per una ventina di anni, dedicando le sue energie all’antiquariato. 

    Solo dalla metà degli anni Sessanta riprende piano piano la sua attività artistica ed espositiva sull’onda di una rivalutazione e riscoperta dell’arte futurista. Torna quindi a dipingere i suoi soggetti cari, con l’innesto di nuovi lavori riguardanti l’aeronautica.

    Negli ultimi anni si trasferisce a Negrar di Valpolicella, un comune nella provincia di Verona, e lì muore nel 1982. 

    Emanuela Di Vivona

    LEGGI TUTTO

    acquisto opere artisti e stima pittura e scultura


    Altri artisti che potrebbero interessarti

    Iscriviti alla newsletter per ricevere le mostre in preparazione e le nuove acquisizioni!

    Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.

    Example
    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.