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Pittore
Renzo Crivelli
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Renzo Crivelli
Renzo Crivelli nasce nel 1911 a Sarsina, un comune in provincia di Forlì, ma fin da bambino si trasferisce con la famiglia a Firenze. Qui avviene la sua formazione: frequenta l’Accademia di Belle Arti e segue gli insegnamenti di Felice Carena che lo prende sotto la sua ala protettiva. Fondamentale è anche l’incontro con il compagno di studi Pietro Annigoni, dal quale riceve la ricetta per una tempera grassa che gli consente maggior preziosità tecniche rispetto alla pittura a olio. Questa sarà infatti la pratica prediletta dell’artista.
Il pittore raccoglie principalmente l’eredità figurativa toscana di fine Ottocento, ispirandosi, per quanto riguarda l’impostazione e la scelta cromatica e chiaroscurale, alla pittura macchiaiola che rimane il suo riferimento artistico costante. La sua produzione si muove tra paesaggi, nature morte, ritratti e, negli ultimi anni, soggetti religiosi.
In campo espositivo partecipa per tutti gli anni Trenta a diverse rassegne artistiche: nel 1930 prende parte all’Esposizione di Firenze con Case al Savacchio; l’anno seguente all’edizione successiva presenta Paese – Mattino; mentre nel 1933 alla Sindacale Fascista di Firenze espone Case rosse.
Nel 1935 torna alla VIII Mostra interprovinciale Toscana con quattro lavori, due Disegni, Pagliai e Paese d’estate. In tempo di guerra viene allestita inoltre una personale tenuta al Lyceum di Firenze, che nonostante il drammatico periodo bellico riscuote molto successo di critica, ottenendo riconoscimenti dal filologo classico e critico d’arte Giorgio Pasquali e da Roberto Longhi.
La sua è una pittura che affonda le radici nella più nobile tradizione toscana, ma che allo stesso tempo si esprime con un linguaggio di assoluta modernità.
Dagli anni della guerra l’armonia che risiede nei suoi dipinti lascia spazio all’inquietudine. L’artista si inizia ad interrogare sul senso della vita, focalizzandosi maggiormente sull’aspetto psicologico e simbolico di paesaggi o ritratti. Nel 1942 infatti espone all’Esposizione degli artisti toscani alla Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista delle Belle Arti tenutasi a Dusseldorf, due acqueforti Allegoria della vita e Le grazie, testimoni di questo suo cambiamento interiore.
Nel dopoguerra fonda con Giorgio La Pira e altri artisti il gruppo “Il Chiostro Nuovo”, un cenacolo culturale e artistico guidato da forti richiami spirituali, nato con l’intento di instaurare una profonda e stimolante riflessione dal punto di vista letterario, artistico, ma soprattutto religioso. Il movimento si avvale anche di un organo divulgativo come la rivista “Il Chiostro nuovo”, di cui diviene direttore proprio Renzo Crivelli.
Questa nuova visione spirituale porta l’artista a dedicarsi dagli anni Quaranta in poi soprattutto all’arte sacra, raccontando episodi evangelici e biblici con tenerezza e pathos all’interno di alcune chiese, in particolar modo in territorio toscano. Nell’impianto decorativo fonde il linguaggio moderno con quello rinascimentale, rendendosi seguace anche dello stesso intento educativo. La Chiesa della Madonna della Tosse a Firenze porta la sua firma.
Nel 1952 partecipa alla sua unica Biennale di Venezia con due opere realizzate però negli anni della Seconda guerra mondiale. Infatti presenta Ritratto di mia moglie, eseguito nel 1940, e Bimba del 1945.
Nei decenni successivi rimane comunque sempre saldamente legato al figurativo, nonostante le ricerche astratte e concettuali a lui contemporanee.
Renzo Crivelli è il pittore della moralità e del rigore interiore, due qualità non solo del suo carattere, ma anche del linguaggio pittorico di cui si fa portavoce. L’artista scompare a Firenze nel 1997, a ottantasei anni.
Emanuela Di Vivona
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.