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Pittore
Serafino Ramazzotti
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Serafino Ramazzotti
Pittore piemontese, nacque a Sezzago, provincia di Novara, nell’anno 1846. Portato per disposizione naturale alla scultura, vi si dedicò con amore. Dopo di aver appreso, a Novara, i primi elementi di disegno e fatte le prime prove di modellazione in creta, gli veniva assegnata una pensione dal collegio Caccia onde recarsi a studiare scultura all’Accademia di Torino.
E vi si recò infatti e studiò e lavorò con molto impegno. Il suo professore, che era Vincenzo Tela, incoraggiavalo e ne segnalava il precoce profitto. Quando il Vela lasciava l’Accademia, anche il Ramazzotti abbandonava Torino e si trasferiva a Roma, onde maturare gli studi.
A Roma, povero, sconosciuto, non d’altro dotato che di un forte volere, passò stagioni spinose, senza però che venisse meno la sua lena e l’ardente affetto per l’arte sua. Uno de’ suoi primi lavori fu una statuetta: “La povera fioraia” che mandava all’Esposizione di Parma.
Di questa statuetta si fecero molti encomi, e Francesco Dall’Ongaro con un sonetto illustrava il gentile lavoro, e il promettente talento del giovane. Un altro lavoro del Ramazzotti è un gruppo di due ragazzi rappresentante “Lo spirito di libertà” gruppo che figurava alla Esposizione nazionale di Milano. Fece anche una statuetta: “Il ritorno dal campo”, che espose all’ultima mostra mondiale di Parigi: poi un’altra statua: “Psiche”.
Ma le difficoltà di aprir le ali e di farsi una posizione con lavori d’importanza, furono pel Ramazzotti più dure che per altri; tanto che portatosi a Parigi, dovette rassegnarsi a mortificare i suoi ideali facendo busti e ritratti e gruppi, e statuette in terracotta: cose tutte messe alla moda dal gusto parigino e che il Ramazzotti schizza con ispirito e facilità.
Tuttavia non mancò di far mostra di sè nelle varie Esposizioni d’Italia, ed a Torino, nel 1880, presentò dei busti in terracotta dal titolo: “Il ritorno dal campo”; “Giacomino”; “Luciella”.
A Milano nell’anno seguente, espose due busti in terracotta: “Ritratto di Signora”; “Prime riflessioni”. Dipoi a Venezia nell’anno medesimo, due busti in creta: “La compiacenza”; “La Ritrosetta”; pregevoli ambedue. A Roma, nel 1883, furono meritevolmente lodati i due busti: C”ivetteria”; “Ofelia”.
Nella Mostra di Milano del 1886 si ammiravano un grazioso busto in terra cotta: “Il piccolo motteggitore”, ed un altro busto in marmo: “Un rève”, che, dipoi, mandò a Venezia, nel 1887, dove, come a Milano, fu tenuto in gran pregio.
All’Esposizione di Belle Arti tenuta in Bologna, nel 1888, oltre molti dei lavori di cui si è già parlato, aveva: “La paura del bambino”, gruppo in terracotta e “Il canto di primavera”; due statuette dal titolo: “Flirtation”, un’altra bella mezza figura in terra cotta: “Mia suocera” ed altri lavori.
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