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Pittore

Stefan Bakałowicz


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Stefan Bakałowicz

( Varsavia 1857 - Roma 1947 )

Pittore

    Stefan Bakałowicz

    Nato a Varsavia nel 1857, Stefan Bakałowicz si ritrova molto presto immerso nell’universo pittorico grazie a suo padre Wladislaw pittore di genere.Figlio d’arte, la madre è l’attrice teatrale Wiktoryna Bakałowiczowa, intraprende la propria formazione artistica nel 1874 con il paesaggista Wojciech Gerson proseguendo nel 1876 presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia.

    Tra il 1876 e il 1882 frequenta l’Accademia Imperiale di Belle Arti a San Pietroburgo, ottenendo una borsa di studio che gli consente di trasferirsi prima a Parigi, divenendo allievo di Jules Lefèvre e poi a Roma (Manoscritto inedito eredi Bakalowicz).

    Sebbene la sua carriera artistica sia costellata da molteplici viaggi, è proprio nella città eterna che tornerà più volte, sino a scegliere di rimanerci per il resto della propria vita assieme a sua moglie Giuseppina Aloisi. A Roma entra a far parte della cerchia di pittori polacchi, tra cui Henryk Siemiradzki, con il quale condivide il fascino per l’Antico e la predilezione per il genere neopompeiano, ambientato nella Roma dei Cesari.

    Anche l’Esotico stimola l’ispirazione creativa dell’artista, subendo un’intensa fascinazione verso luoghi lontani, come mostra l’opera di ambientazione indiana Sinfonia del mattino, così suggestiva da sembrare dipinta de visu. Il suo primo viaggio risale al 1883 in Algeria, seguito nel 1903 dalle esplorazioni in Egitto e Tripoli, da cui nasceranno una serie di opere come Ultime case di Tripoli sul mare, Sotto la Piramide di Chefren, Testa di sudanese, presentate all’Esposizione Coloniale di Parigi nel 1931, con notevoli consensi. Sono parte di tale corpus spiccatamente orientalista, i cinque ritratti esposti in mostra: si tratta di giovani uomini egiziani, come suggerisce l’indicazione scritta in alto a destra del dipinto (Luqsor, ovvero Luxor, città sulla riva est del Nilo). L’attenzione ai dettagli ed anche un interesse di tipo etnografico guidano la consapevolezza dell’artista tale da ispirare la percezione dell’universo egizio (Humbert 1989). La sua produzione sia a tema esotico che quella ispirata all’antica Roma, ha sempre un’alta qualità formale molto apprezzata sul mercato internazionale, in particolare in Russia dove l’artista continua negli anni ad inviare opere ai propri collezionisti. Dopo aver ottenuto un significativo successo sino ai primi del Novecento, lentamente si avvia al definito ritiro che avviene nel 1936. Muore a Roma nel 1947 all’età di novanta anni.

    Gilda Soriente

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