Stefano Bruzzi

La prima formazione la ricevette nella città natale dove si specializzò nelle caricature. Un passo di ulteriore aggiornamento lo compì trasferendosi a Roma dove incontrò A.Castelli, vero sostenitore del paesaggio di composizione basato su uno studio del vero in ogni particolare. Bruzzi ebbe l’opportunità anche di avvicinarsi a N.Costa, altro promotore del realismo anche se in una chiave più intellettuale.

Nel 1859 tornò a Piacenza e si dedicò a ritrarre gli animali e l’umiltà dei soggetti di campagna, con una pittura dai colori smaltati e dal dettaglio finissimo. Negli anni ’70 si avvicinò anche al gruppo dei Macchiaioli confermando la sua poetica realista.

Tra le opere inviate alle Promotrici ricordiamo: Riglio di restano sull’Appennino, Interno di Ariccia, Un’aia nell’Appennino, Quiete campestre, Una carbonara sull’Appennino, La seminagione del grano, Bosco di faggi, Una carbonaia in autunno, Veduta del castello di Bard, Un taglialegna, Allegria campestre, I Segantini, Il cozzo, La sosta, L’ore calde, La strada del mercato, Un campo malchiuso, Il carico del carbone, Un passo difficile, Sull’orma del lupo, Sotto al portico, Prime giornate di bel tempo, Il dirupo, Sotto al giogo, Uccisiori del lupo, A precipizio, La Primavera, Strada facendo, Le foglie secche, Una brutta giornata, Il Viatico, La predica dei missionari sull’Appennino, Le ultime spighe, La Treggia, Via Montana, Una missione religiosa sull’Appennino, Buoi al lavoro, Il fischio della locomotiva.