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Pittore

Ubaldo Oppi


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Ubaldo Oppi

( Bologna 1889 - Vicenza 1942 )

Pittore

    Ubaldo Oppi

    Quotazioni di Ubaldo Oppi

    Le stranianti opere del Realismo magico di Ubaldo Oppi partono da 15.000 euro e raggiungono facilmente i 50.000 euro e oltre a seconda del soggetto e della dimensione. I grandi capolavori hanno superato anche i 100.000 euro. Meno ricercati i disegni e le tecniche miste, che partono dai 1.000 euro e raggiungono i 10.000 euro.

    Queste sono quotazioni generali. La stima di un’opera di norma dipende da diversi elementi, come il periodo, la tecnica, le dimensioni e il soggetto. Visto che ogni opere ha una valutazione a sé stante, consigliamo di inviarci una foto del vostro dipinto di Ubaldo Oppi per ottenere una stima personalizzata e aggiornata

    Biografia

    Ubaldo Oppi nasce nel 1889 a Bologna da una famiglia di commercianti che poi si trasferisce a Vicenza tre anni dopo la sua nascita. I genitori gestiscono un negozio di calzature e sperano che il figlio possa continuare la loro attività. Per questa ragione Ubaldo, ancora diciasettenne, si reca in Austria e Germania per seguire alcuni corsi di tecnica commerciale. Durante questo viaggio però entra in contatto con il gruppo dei secessionisti viennesi e segue la sua passione per l’arte iscrivendosi nel 1907 al corso libero di nudo all’Accademia di Vienna, diretta in quegli anni da Gustav Klimt. Questo corso cambierà il resto della sua vita, poiché decide di non seguire più il percorso dettatogli dai suoi genitori, ma sceglie di dedicarsi all’arte.

    Gli inizi

    Le sue prime opere sono caratterizzate da una chiara influenza impressionista ed espone 16 pastelli di questo periodo per la prima volta alla Ca’ Pesaro nel 1910, grazie alla conoscenza di Nino Barbantini che lo aveva scoperto a Venezia, città in cui si stabilisce Ubaldo Oppi al suo rientro in Italia.

    Nel 1911 si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con le avanguardie europee e soprattutto con Severini e Modigliani, continuando ad esporre alla Ca’ Pesaro e per la prima volta mostra le sue opere alla Galleria Paul Guillaume. In questo periodo la sua pittura risente ancora dell’influenza tardo impressionista e secessionista che presto verrà stemperata dalla conoscenza del periodo blu e rosa di Picasso.
    Nel 1914 partecipa alla Seconda Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione con 7 opere: Vecchio e ragazza, Figure di femmine al caffè, Ritratto di donna seduta, Figure in un bar, Donne con lo scialle, Donna seduta al caffè, Figura d’uomo in piedi.

    Lo scoppio della Prima guerra mondiale e il “ritorno all’ordine”

    Con lo scoppio della Prima guerra mondiale Ubaldo Oppi rientra in Italia, arruolandosi come ufficiale degli Alpini. Durante la guerra trascorre anche un periodo di prigionia a Mathausen. I soggetti realizzati in questi anni contemplano la miseria dell’essere umano, sono soggetti carichi di melanconia eangoscia, caratterizzati da un segno spezzato e graffiante come Le sorelle del 1914 e Famiglia povera del 1915. In questo periodo, infatti, Oppi raffigura povera gente, madri di famiglia, soldati, contadini, la classe proletaria, protagonisti silenziosi della storia, osservati con rispetto e ammirazione. Oppi dichiarò negli anni successivi che la guerra gli aveva insegnato a provare un amore infinito verso gli uomini.

    Nel 1919 tornerà a Parigi dove espone al Salon des Indépendants e nel 1922 sposa Adele Leone, detta Delhy, che sarà sua musa e modella, da cui però si separa nel 1928. Dalla loro unione nascerà suo figlio Guido.

    Alla fine della guerra, Ubaldo Oppi è tra quegli artisti che si farà portavoce del cosiddetto “ritorno all’ordine”, entrando a far parte del gruppo dei “Sette pittori del Novecento”, che contava Mario Sironi, Achille Funi, Leonardo Dudreville, Piero Marussing, Gian Emilio Malerba e Anselmo Bucci, guidato da Margherita Sarfatti. La prima mostra del gruppo verrà organizzata dalla Sarfatti presso la Galleria Pesaro e sarà inaugurata con il discorso di Benito Mussolini nel 1923.

    Il nuovo stile è caratterizzato dal ritorno al mestiere e da una rilettura in chiave moderna del Rinascimento italiano. Le figure da allungate e scheletriche divengono più statuarie e piene, e la pittura più classica. I soggetti sono caratterizzati da un’algida inespressività e immobilità come si può osservare nel Ritratto della moglie del pittore o ne Il fratello prodigo, entrambi del 1924.

    Margherita Sarfatti userà le parole “moderna classicità” per descrivere la sua pittura.

    La partecipazione alla Biennale di Venezia e la rottura con il gruppo

    Nel 1924 partecipa alla XIV Biennale di Venezia con un’esposizione personale di 26 opere tra cui La giovane sposa, Piazzetta di Valle di Cadore, Le amiche, Pioggia d’ottobre, Pomeriggio domenicale, Plenilunio d’agosto, Il risveglio di Diana.

    La partecipazione alla Biennale con una personale provocherà dissapori all’interno del gruppo. Infatti, Margherita Sarfatti era riuscita ad ottenere una sala per gli artisti del gruppo grazie all’appoggio di Mussolini, ma la personale di Oppi e il suo successo, aveva offuscato tutto il movimento provocandone il fallimento.

    Oppi è invece al vertice della popolarità, vince il premio dell’Esposizione internazionale di Pittsburg del 1925 ed espone in varie città europee (Bruxelles, Zurigo, Dresda, Parigi, Vienna e Monaco).

    Negli anni successivi continua a partecipare alle varie edizioni delle Biennali di Venezia e a mostre organizzate soprattutto a Milano, come l’esposizione del 1927 insieme a Italo Griselli ed Emilio Malerba che contava 39 opere del nostro artista tra cui Neve d’ottobre, I chirurghi, Paese dal mio studio, Giovani donne al mare, Pastorella, Nudo, Il cieco, Adamo ed Eva, Donne sotto gli ulivi.

    Gli anni Trenta e la crisi mistica

    Negli anni ’30 Ubaldo Oppi si trasferisce a Vicenza e assistiamo ad un cambio improvviso di soggetti: una crisi mistica, infatti, avvicina Oppi alla pittura religiosa. Tra il 1927 e il 1932 realizza gli affreschi con storie francescane della cappella di S. Francesco nella Basilica di Sant’Antonio di Padova; poi nel 1934-1935 si dedica alla realizzazione degli affreschi nella chiesa di Santa Maria a Bolzano Vicentino. Realizza anche molte pale d’altare e soggetti religiosi di committenza privata.

    Durante la Seconda guerra mondiale viene richiamato alle armi, ma viene presto congedato perché malato. Muore nel 1942 a Vicenza.

    Emanuela Di Vivona

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    Opere di Ubaldo Oppi


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