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Pittore

Ugo Bernasconi


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Ugo Bernasconi

( Buenos Aires 1874 - Cantu' 1960 )

Pittore

    Ugo Bernasconi

    Ugo Bernasconi nasce a Buenos Aires nel 1874, ma si trasferisce già da piccolo con la famiglia a Olgiate Comasco. Dopo gli studi classici a Milano, frequenta i corsi di ingegneria all’Università di Pavia, abbandonandoli dopo solo un anno. Ciò che lo attrae veramente è la pittura, che comincia a praticare da autodidatta negli anni Novanta, periodo in cui viaggia moltissimo tra Roma, la Turchia, la Grecia, la Palestina e di nuovo l’Argentina.

    L’influenza di Carrière e della Scapigliatura lombarda: una pittura brumosa e melanconica

    Si ferma poi a Parigi nel 1899 e vi rimane per sei anni, infatti è proprio nella città francese che avviene la vera formazione di Bernasconi. Frequenta l’Académie Julien e soprattutto lo studio di Eugène Carrière, da cui eredita moltissimi elementi quali l’uso dei toni bruni, la resa pulviscolare ed evanescente della pennellata, la predilezione per malinconici e tormentati ritratti di ascendenza simbolista.

    Una costante sensazione di brumosa nebulosità circonda le figure di Bernasconi, realizzate quasi sempre a monocromo, tecnica che conferisce ai dipinti un senso di mistero e dramma. La sua poetica non deriva perciò soltanto da Cerrière, ma anche da esempi più vicini alla realtà lombarda: innanzitutto la Scapigliatura, fino ad arrivare poi al Divisionismo di Morbelli e di Grubicy, ma non è esente dal colorismo del Piccio.

    La dimensione intima e domestica

    Forse anche grazie a questi esempi, passa dalla fase quasi monocroma ad una caratterizzata da una tavolozza più variegata, come si può notare dai dipinti degli anni Venti. Al 1922 risale la sua prima personale presso la Galleria Pesaro di Milano, in cui espone una novantina di opere. Tra di esse vi sono ConvalescenteFebbricitanteFanciulla che scriveL’albero fioritoCasino al PincioLioncelloGiovinetta al tomboloRicamatriceSorelleGruppo materno e La vecchia.

    Una dimensione intima e meditativa permea questi dipinti che lo portano ad un successo sempre più consistente, soprattutto quando, sulla scia delle correnti del ritorno all’ordine, le sue figure si fanno più volumetriche, senza però mai aderire ufficialmente a Novecento.

    Prende parte comunque alle rassegne del gruppo di Sarfatti nel 1926 e nel 1929 e alle loro mostre internazionali. Partecipa alla Biennale del 1926 con i due paesaggi Città Neve, mentre invia a quella del 1928 Bambina febbricitante e Lago a mattina. Alla Prima Quadriennale romana invia Ritratto ridente e I campi, per poi partecipare, nel 1939, alla prima mostra del gruppo “Corrente” e al Premio Bergamo.

    In questi anni, la sua residenza è a Cantù, in Brianza, principale luogo di ispirazione delle sue intense e malinconiche tele. Lettrici in rosaCiclamino biancoBambina con le primuleRicamatrice in azzurroFanciulla sedutaVolto di adolescente compaiono alla Quadriennale del 1939, insieme ad altre trentatré opere esposte in una sala dedicata a Bernasconi. Al Premio Bergamo presenta invece Castel Baradello e Alba in Brianza.

    Continua a dipingere fino agli anni Cinquanta, lasciando nelle sue opere un costante senso di profonda introspezione, che corrisponde anche all’attività letteraria e critica del pittore. Risale infatti al 1841 uno scritto su Adolfo Wildt e al 1944 l’ultima edizione di un testo critico su Arturo Tosi. Muore a Cantù nel 1960.

    Elena Lago

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    Opere di Ugo Bernasconi


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