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Pittore

Ulisse Cambi


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Ulisse Cambi

( Firenze 1807 - 1895 )

Pittore

    Ulisse Cambi

    Illustre scultore toscano, nato a Firenze il 22 settembre 1807; figlio di uno scultore, entrò giovanissimo all’Accademia della sua città natale e passò quindi a Roma a perfezionarsi, vincendo in un concorso il pensionato quadriennale per quella città.

    Di lì mandò come saggio di studio il gruppo “Dafni e Cloe”, che, rifatto nel 184l, appartiene ora al conte Larderel, e gli altri lavori “Labronzio” e “Psiche”, che gli procacciarono lode.

    Tornato in patria, ebbe lavori e commissioni rilevanti, e nel 1844 scolpì con triste evidenza, il “Monumento del pittore Sabatelli”, rappresentandone il corpo consunto dall’orribile tabe, disteso sul letto funerario.

    Tale monumento trovasi nel chiostro di Santa Croce.

    L’anno successivo modellava, per conto della Commissione per la decorazione degli Uffizi, il “Benvenuto Cellini”, statua pregevolissima, e subito dopo il “Bacco fanciullo”, che lieto delle trincate tazze sorride e scherza, lavoro, anche questo, di una rara bellezza.

    Fece quindi un “Monumento sepolcrale pel marchese Luigi Tempi”, che trovasi nella chiesa dell’Annunziata di Firenze e dove, oltre la statua del defunto, e ammirabile un bassorilievo rappresentante una schiera di angioli.

    Devonsi al Cambi, molti dei più stimati monumenti funebri che abbelliscono i cimiteri di Firenze e di altre città e tra questi, oltre quelli già citati, ricordiamo: “Il monumento alla marchesa Vettori” nel cimitero di San Miniato al Monte, che è una fra le più belle opere del Cambi.

    Operoso, instancabile, modesto, questo artista, nella sua lunga carriera, non si è mai riposato, e suoi sono ancora: la colossale “Statua di Francesco Burlamacchi”, che trovasi a Lucca nella piazza di San Michele; quella simpatica ed espressiva di “Goldoni” al Ponte alla Carraia di Firenze; la grande statua di “Eleonora di Arborea”, inalzata ad Oristano in Sardegna; la statua del “Vescovo Tanucci” sulla facciata di Santa Ilaria del Fiore; “Santa Maria Maddalena” in Santa Croce a Firenze ed altri.

    Ma il Cambi si è dimostrato specialmente artista inspirato e pieno di grazia nel riprodurre i fanciulli, ed il suo “Amore mendicante”, che espose a Parigi, e del quale ha fatto più di 30 repliche, pare che debba muoversi e ti chiegga veramente la carità con una mano, mentre con l’altra nasconde il dardo col quale vuole ferirti; “Il Pescatore”; “Il piccolo Mosè nella cuna”, che egli donò nel 1868 alla nostra Regina; i due fanciulli del gruppo “Eva e i figliuoli”, appartengono tutti a questo genere di lavori nei quali il Cambi sembra aver raggiunto la perfezione.

    Basterebbe osservare il piccolo “Abele”, le cui movenze e le cui forme hanno un’impronta di gentilezza e di soavità eccezionali, per convincersi della verità del nostro asserto e per giudicare della valentia di sì famoso artista.

    Il Cambi é insignito di parecchie onorificenze, e tra le altre della Croce dei SS. Maurizio e Lazzaro.

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