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Pittore

Umberto Bottazzi


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Umberto Bottazzi

( Roma 1865 - 1932 )

Pittore

    Umberto Bottazzi

    Umberto Bottazzi nasce a Roma nel 1865. Personalità eclettica, si forma come architetto, ma sarà anche pittore, ceramista, incisore e decoratore, rappresentante perfetto della formulazione di “opera d’arte totale”, nell’unione tra arte e arte applicata, sul modello dell’Arts and Crafts di William Morris in Inghilterra.

    Tutta la sua maturazione artistica avviene negli anni della diffusione della cultura simbolista fin de siécle, arricchita da suggestioni letterarie e mitologiche. È stilisticamente affine inizialmente alla tecnica divisionista, come si nota dall’acquaforte La Medusa, eseguita nel 1902. In seguito, sarà guidato costantemente dalla ricoperta del formalismo e delle atmosfere rinascimentali, in una vicinanza dichiarata alla poetica preraffaellita, seppur continuando ad effettuare richiami al Divisionismo.

    Tra Simbolismo e Liberty

    Umberto Bottazzi compare tra i principali rappresentanti del Liberty romano, vocazione che risulta principalmente visibile dalla sua attività di illustratore e di grafico per numerose riviste, tra cui “Novissima”, di cui disegna la copertina, ma anche “La Casa”, periodico fondato insieme agli amici Duilio Cambellotti e Vittorio Grassi e baluardo delle tendenze moderniste in Italia. Al 1907 risale uno dei suoi dipinti più esemplificativi di una poetica della sospensione e del simbolo, Il Sogno, esposta poi molto più tardi, alla Sindacale di Roma del 1930.

    Le arti applicate: la vetrata artistica

    Insieme al vetraio Cesare Picchiarini, conosciuto come Mastro Picchio, in una piacevole e puntuale reminiscenza del mestiere antico, partecipa al movimento per la rinascita della vetrata antica e realizza il velario per l’Hotel Old England in via del Tritone. Nel 1912, partecipa alla Mostra della Vetrata a Roma, insieme a Cambellotti e Grassi. Su “Cronachetta artistica” compare una recensione di Giuseppe Sprovieri, che scrive che le vetrate di Bottazzi: «rivelano la sapienza di un antico e si riconnettono facilmente agli esemplari del Rinascimento», aggiungendo che la Lunetta dei Pavoni, oggi nella Casina delle Civette in Villa Torlonia, «dal punto di vista decorativo, è la cosa migliore dell’esposizione». Infatti, l’artista sfoggia un decorativismo che unisce l’equilibrio classico al linearismo particolareggiato e stilizzante della Secessione viennese.

    Pochissime saranno le sue presenze alle esposizioni, tra cui quella alla Secessione romana del 1914, in cui presenta le incisioni Il bue Api e Los Vasos de justicia. All’attività artistica, affianca, dagli anni Venti, quella didattica, in qualità di direttore della Scuola Professionale Margherita di Savoia a Palazzo Doria. Nel corso degli anni, pur continuando a dedicarsi alle arti applicate e alla progettazione decorativa di cartoni per pannelli, tende, scialli, oggetti d’arredo, non smette mai di dipingere.

    A parte le continue connessioni al Divisionismo in opere come La figlia Carlotta del 1917, gran parte della produzione pittorica di Umberto Bottazzi è contraddistinta da una ricerca compositiva in cui la linea si unisce ad incastri cromatici bidimensionali di natura cloisonné. In queste opere emerge una persistente vena déco, nella cura attentissima dei dettagli delle stoffe e nel linearismo netto e cadenzato, a tratti solenne e perturbante, come emerge da alcuni brani specifici eseguiti poco prima della sua scomparsa. Tra di essi si segnalano La corte del Re Lear del 1930 e soprattutto la misterica ed enigmatica Circe del 1931.

    Elena Lago

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    Opere di Umberto Bottazzi


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