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Pittore
Vespasiano Bignami
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Vespasiano Bignami
Un parente, scrive il Colombo, lo allogò di otto anni presso un disgraziato nano, un coloritore di stampe, il quale retribuiva le fatiche dell’artista prima con quattro soldi per settimana, e poi man mano fino a mezza svanzica, innalzandolo con invidia de’ più vecchi colleghi, al grado di suo primo aiutante di campo.
Quindi passò alcun tempo all’Accademia Carrara di Bergamo, e, fra tanto:
«dipinse quadretti di grazie ricevute, scarabocchiò un sipario per un teatrino da dilettante, cartelli da saltimbanchi, insegne d’osteria, centinaia di cherubini per tappezzieri da chiesa, una immensa tela d’organo, nella quale era rappresentata una Santa Cecilia, grande due volte il vero; colorì santi di legno, vetri da lanterna magica, trasparenti per illuminazione, fece molti cartoni per affreschi e quadri per compagni di scuola, che davan così passo alle loro commissioni, retribuendo il povero Vespa con poche svanziche o con qualche regaluccio».
Nel 1861 si stabilì definitivamente a Milano, dipinse ritratti, fece caricature per l'”Uomo di Pietra”, illustrò libri e giornali; per alcuni anni, in somma, egli esercitò l’arte industriale. Nel 1869, espose il primo vero suo quadro a Brera, la “Lezione di botanica” che vinse il premio Mylius.
Seguì il “Condannato a Morte”, più volte riprodotto per Bruxelles, soggetto esilarante malgrado il titolo; si tratta, in vero, d’un pollastro che, sentendo il suo prossimo destino, scappa atterrito per la cucina, starnazzando le ali, col becco aperto, cercando invano uno scampo.
I suoi acquarelli sono pregevolissimi; ricercati i suoi soffitti; per la villa dell’architetto Maraini a Nizza dipinse un gabinetto da bagno e una camera da letto; ma, pochi mesi dopo, nel 1874, la villa andò distrutta dal fuoco.
Nell’autunno del 1879, per la chiesa di Rosazza Biellese, dipinse “I Quattro Evangelisti”; nel 1881 espose a Milano un quadretto intitolato “Un trivio”, che fu molto lodato. Ma a Milano egli è forse più conosciuto come poeta, oratore, umorista e buontempone che come pittore.
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