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Pittore
Vincenzo Giovannini
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Vincenzo Giovannini
«Bambino ancora, i genitori lo portarono a Roma. Fatto grandicello entrava nell’Ospizio di San Michele, dove cominciò a disegnare e a dipingere. Lasciato San Michele cominciò a fare qualche esercizio di pittura storica; ma non potendo sostenere la spesa dei modelli vivi si diede ad una pittura più economica: copiò le ruine dell’antica Roma e i ruderi che sono sparsi nella campagna romana.
“Il Foro Romano”; “Il Palatino”; “Gli acquedotti”; “Porta Furba” sono soggetti che egli dipinse centinaia di volte, con molta verità di prospettiva e di colorito. Nel 1868, per ordine del duca Grazioli, fece una “Veduta Di Castelporziano”. All’ultima Esposizione di Roma la Fabbrica dei Mosaici di San Pietro esponeva un bellissimo mosaico rappresentante “Il Foro Romano”.
Quel mosaico venne eseguito sopra un dipinto del Giovannini. D’ordinazione del principe Bariatinski copiò quattro specchi dipinti dal rinomato Pannini, che sono nella galleria Corsini. Nella stessa galleria esisteva anni sono una vecchia parete, su cui era dipinto il celebre “Casino dei quattro venti al Gianicolo”, nel suo stato primitivo ed intatto.
Il Giovannini, per commissione del Principe, fece una copia ad olio di quella veduta, copia che il Principe portò nel suo palazzo a Firenze. Il Giovannini, sempre alle prese cogli stessi soggetti, costretto a lavorare in fretta e a vendere a negozianti, rimase un povero ed oscuro artista. Meritava però miglior destino, perché gli effetti di prospettiva aerea e di luce pochi sanno rendere come lui».
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