2 febbraio – 4 marzo 2017
Data: 11/01/2017
Sede espositiva: Galleria Berardi – Roma
Organizzazione: A cura di Gianluca Berardi
Evento: Viaggio in Oriente nella pittura dell’Ottocento. Il fondo Leonardo De Mango e altri maestri
Il fascino del mondo occidentale per l’Oriente subisce in Italia una profonda accelerazione con il XIX secolo: prima la diffusione della tematica filo-ellenica, si pensi a I profughi di Parga di Francesco Hayez (1826), quindi l’attività pionieristica di grandi artisti viaggiatori come Carlo Bossoli, che nel 1851 è in Marocco, o Ippolito Caffi, che nel 1855 si dirige in Persia, e infine il dilagare della moda orientalista in seguito all’apertura del Canale di Suez (1869).
A questo punto il tema esotico diviene quanto mai attuale e richiesto dal mercato anche grazie allo strepitoso successo internazionale di un artista specializzato in questo filone quale Mariano Fortuny che, pur essendo spagnolo, aveva scelto Roma come città prediletta. I successivi “diari di viaggio” di Edmondo De Amicis Marocco (1876) e Costantinopoli (1877), editi da Treves con le accurate illustrazioni di Cesare Biseo e Stefano Ussi, contribuiranno a rendere popolare questa sorta di novello Grand Tour verso Oriente.
Un Oriente misterioso e sconosciuto che diviene in questi anni fonte di ispirazione per musicisti, architetti, pittori e letterati che attingono spesso e volentieri alla loro fantasia per ricreare le descrizioni di un mondo lontano: paesaggi desertici attraversati da carovane, magnifici palazzi moreschi, harem dove sinuose odalische danzano per i loro sultani o schiave denudate per l’imminente vendita. Un vero e proprio viaggio in Oriente trasposto in pittura è riproposto in occasione di questa mostra a partire da due opere dal formato monumentale che restituiscono bene le luci e i costumi d’Oriente: la Carovana nel deserto di Ippolito Caffi e l’Odalisca di Pietro Morgari. Tra le altre opere presentate ricordiamo la Testa di arabo di Giuseppe Bezzuoli, Il mercato in Tunisia di Hermann Corrodi, Il venditore di tappeti di Giulio Rosati, I fiori dell’Harem di Emilio Magistretti che fa il verso a una celebre opera di Hayez.
A parte va considerata la presenza in mostra del fondo ereditario di Leonardo De Mango, uno dei protagonisti, assieme a Fausto Zonaro, tra XIX e XX secolo a Istanbul. La ventina di opere raffiguranti vedute della natia Bisceglie e scene ambientate in oriente provengono dallo studio dell’artista e alla sua morte passarono in custodia al Consolato generale d’Italia in Istanbul. In seguito il Console Generale Mario Canino le mise in vendita e furono acquistate da un Regente consolare e da lui passarono agli eredi. I dipinti di Leonardo De Mango, un maestro che lavorò più di cinquanta anni nel suo studio a Costantinopoli, rappresentano esemplarmente tutto il magnetismo che l’Oriente poté esercitare sui pittori italiani.