22 settembre – 29 ottobre 2016
Data: 06/09/2016
Evento: Il Giornale dell’Arte – Arturo Noci (1874-1953) – Tra Roma e New York: dal divisionismo aristocratico al ritratto borghese
In occasione della Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma la Galleria Berardi presenterà una mostra monografica dedicata al pittore Arturo Noci. Nella Biennale sarà presente una selezione di opere mentre la mostra si svolgerà in contemporanea presso la sede della Galleria in Corso del Rinascimento 9. Il catalogo di vendita della presente mostra dedicata ad Arturo Noci si offre in una veste davvero insolita, quella di una vera e propria monografia dedicata all’autore. Le ragioni sono da ricercare nel recupero di una serie così rappresentativa ed eterogenea di quadri dell’artista, tale da permettere questo studio sistematico che ha il compito di restituire al maestro il posto adeguato nella storia della cultura figurativa italiana.
La decisione di trasferirsi a New York nel 1923 presa da un Arturo Noci all’apice del successo – con tutte le sue opere al seguito viene da pensare visto che gran parte di esse sono state rintracciate in America – provocò in patria un progressivo offuscamento della sua personalità artistica, oggi in parte dissolto per quel che concerne l’attività di ritrattista grazie all’accurata e recente retrospettiva tenuta presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma Arturo Noci (1874 – 1953).
Figure e ritratti degli anni romani. In questa sede si è voluto ampliare l’indagine – grazie a un studio critico lucido e serrato a firma di Manuel Carrera, responsabile dell’Archivio Noci – all’intero percorso del maestro, dagli esordi romani all’affermazione internazionale newyorchese; ne fuoriesce un pittore modernista sorprendente caratterizzato da una produzione poliedrica. Noci infatti passa repentinamente dal genere dell’arte alla moda derivato da Giulio Aristide Sartorio ma vivificato dal confronto con il naturalismo di Nino Costa – indimenticabile la sosta dai giochi che alcun ragazze effettuano nelle penombre soleggiate di Villa Borghese – alle irresistibili eleganze dei nudi che conquistarono anche il re del Siam; da qui l’accesso alle commissioni della ritrattistica internazionale di alto livello, dall’aristocrazia al jet set del mondo dello spettacolo.
Esemplari in questo senso due capolavori quali Ritratto in giallo, dove gli elementi whistleriani e il soffuso divisionismo si alleano per dar vita ad uno dei ritratti più raffinati del Novecento italiano, e la tenebrosa femme fatale Lyda Borelli. Contemporaneamente al successo delle commissioni la sua aperta adesione alla Secessione romana lo proietta tra gli sperimentatori del divisionismo con risultati affatto personali, ben riconoscibili in opere quali L’arancio (Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna), il Cantiere dei sandali (Terracina) o Mattino.
Con gli anni Venti Noci perde via via l’interesse per il tocco diviso e si concentra, in particolare nei soggiorni a Terracina e a Pellestrina, in un ricerca delle forme severe e geometriche, restituite da caratteristiche taches strette e allungate e da un colore vivido; pur testimoniando la suggestione per le atmosfere del Ritorno all’ordine questa nuova produzione restituisce il vertice di Noci, maestro dal carattere pittorico spiccato e di infinita classe.