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Pittore
Angelo Torchi
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Angelo Torchi
Il dipinto, che pare ambientato a Capri, è plausibilmente da identificare con una delle opere esposte alla Promotrice fiorentina del 1881, in particolare Tra gli ulivi (dal vero). Appartiene a una precisa tappa formativa dell’artista romagnolo che, dopo l’apprendistato a Firenze presso Lorenzo Gelati, decide, ventiquattrenne, di trasferirsi a Napoli in compagnia di Attilio Pratella.
Siamo tra il 1880 e il 1881, anni in cui, sulla strada tracciata da Resina, il luminismo partenopeo sortisce gli esiti più sorprendenti, evoluzione internazionale dei principi della macchia e della diffusione della scintillante tecnica fortuniana. Il temperamento pittorico di Torchi, naturalmente incline alla pacatezza dei toni e alla delicatezza degli accordi cromatici (De Grada 1963), non rimane indifferente al richiamo dei vibranti contrasti di luce offerti della costa partenopea, dal suo sole accecante e dai pittoreschi motivi locali.
Il nuovo maestro a cui si affida a Napoli, Alceste Campriani, è tra i protagonisti della pittura di luce napoletana degli anni settanta-ottanta e, non a caso, grazie alla mediazione dell’amico De Nittis, stringe un contratto che lo lega a Goupil fino al 1884. Campriani, e con lui artisti come Antonino Leto, guida in questi anni la riscossa internazionale del paesaggismo meridionale, cristallizzato in immagini solari in cui popolo e natura appaiono in armonia, ‘sublimati’ da una radiosa luce bianca che sottrae i soggetti alla dimensione problematica del dibattito sociale contemporaneo per considerarli oggetti di studio, fissati con una tecnica disinvolta e brillante.
Torchi, che pure cambierà presto rotta per affidarsi, nuovamente a Firenze, al magistero di Silvestro Lega, mostra per ora di aderire alla nuova maniera: Tra gli ulivi (dal vero) è infatti uno schietto e rigoroso studio sul motivo, una pura tranche de vie in cui la piccola raccoglitrice appare comprimaria insieme ai contorti tronchi d’ulivo ritagliati sullo sfondo di un cielo e di un mare cristallini. Scriveva Guido Carocci su “Arte e Storia” del 1882 che Torchi “in quei suoi ricordi di Napoli ha impressa tutta la vivacità, tutta la luce sfolgorante del golfo partenopeo.
C’è un effetto d’ombre e di chiari squisitamente vero, c’è una prospettiva aerea, un avanti-indietro riuscitissimo” (Carocci 1882, p. 228). Tra gli ulivi (dal vero) è uno dei pochi dipinti noti del soggiorno partenopeo, insieme a Fichi d’India a Capri e Motivo di Capri, dove un contadino è ritratto sotto intensi giochi di luce e ombra. Rimangono inoltre alcuni titoli come Villa Reale (Napoli) e Mergellina (Napoli) esposti a Firenze nel 1882, o Capri con ragazzi, Capri con vecchio contadino e Capri con fruttaiola, presentati a Torino nello stesso anno.
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