OPERA NON DISPONIBILE
OPERA NON DISPONIBILE

Francesco Paolo Michetti

(Tocco di Casauria 1851 – Francavilla al Mare 1929)

Fanciulla ricciuta (1881)

Misure: 48 x 33 cm

Tecnica: tecnica mista su carta

Firmato in basso a destra: “F. P. Michetti”

Provenienza: Londra, collezione privata

Esposizioni:  Milano, Mostra Nazionale di Belle Arti, 1881 (?); Biennale di Venezia, 1932.

Bibliografia: G. d’Annunzio, Francesco Paolo Michetti, “La Tribuna Illustrata”, IV, 1893, 5, s.p.; A. Ferraguti, Francesco Paolo Michetti, “Il Secolo XX”, X, 1911, 6, p. 483; P. Scarpa, La morte di F. P. Michetti, “Il Messaggero”, 6 marzo 1929; T. Sillani, Francesco Paolo Michetti, Milano-Roma, Treves – Treccani – Tumminelli, 1932, tavola XLVII (Il fanciullo ricciuto. Studio per il Voto); XVIII Esposizione biennale internazionale d’arte. Catalogo, Venezia, Ferrari, 1932, no. 26; E. Zanzi, F. P. Michetti il grande pittore abruzzese, “Gazzetta del Popolo”, 29 luglio 1938; F. Benzi, G. Berardi, T. Sacchi Lodispoto, S. Spinazzè, Francesco Paolo Michetti. Catalogo generale Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale p. 205 no. 303.

Protagonista della pittura internazionale tra Ottocento e Novecento e fonte d’ispirazione per generazioni di artisti, Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria 1851 – Francavilla al Mare 1929) muove i primi passi a Napoli, dove è allievo di Domenico Morelli, per poi affermarsi a Parigi degli anni Settanta dell’Ottocento e divenire nel decennio successivo pittore ufficiale del regno d’Italia. Raggiunto il successo all’Esposizione nazionale di Napoli del 1877 con La processione del Corpus Domini a Chieti (collezione privata), opera prorompente che valicava i confini della cornice trascinando il pubblico in uno scenario festoso e inatteso, nel 1881 presenta all’Esposizione nazionale di Milano con il generico titolo di Studi a tempera paesaggi, scene di vita agreste, studi di fiori e dodici teste dal vero. Si tratta di un universo di personaggi, che costituisce la base di una ricerca sempre più si orientata in direzione del volto. “Facendo l’analisi della fisionomia umana, il maestro cercava, trovava, sapeva estrarre il tipo […]. Alcune di quelle teste sono prodigi di penetrazione psicologica e di fattura”[1], commentava nel 1896 d’Annunzio in un fondamentale saggio sull’artista.

Tra queste dodici opere doveva con buona probabilità trovarsi il dipinto in esame in cui compare per la prima volta una giovane modella utilizzata anche negli anni successivi. La bambina riccioluta e dai grandi occhi azzurri impersona anche la pastorella che conduce le pecore al pascolo in una delle opere che dovevano figurare nella sala dell’esposizione milanese attentamente descritta da Luigi Chirtani: undici quadri di vita agreste seguono le fasi della vita a partire da un ragazzo che pasce le pecore (fig. 1; St. Gallen, Kunstmuseum) fino a una giovane distesa sull’erba tra le margherite (collezione privata, Francesco Paolo Michetti. Catalogo generale, p. 184 n. 222)[2].

Ulteriore conferma di tale ipotesi è la datazione 1881 apposta  da Michetti su una cartolina riproducente questa tecnica mista (fig 2). Se alcune delle teste realizzate da Michetti nel corso degli anni Ottanta presentano una spontaneità e un taglio fotografici, altre si presentano statuarie, immobili come busti antichi, a sottolineare la classica bellezza del popolo abruzzese. In Fanciulla riccioluta al candore dell’incarnato fanno da contrappunto il rosso delle labbra, il biondo dei capelli e l’azzurro intenso degli occhi, che permettono di identificare la modella con una giovane ritratta ancora nel 1883 (fig.3; Francesco Paolo Michetti. Catalogo generale, p. 241 n. 472)  e nel 1887 (fig. 4; Francesco Paolo Michetti. Catalogo generale, p. 216 n. 354). Studi, disegni, volti, immagini raccolte nei primi anni degli anni Ottanta costituiscono il sostrato di Il Voto, capolavoro corale presentato all’Esposizione Internazionale di Roma del 1883 e immediatamente acquistato dalla Galleria nazionale d’arte moderna. Tra la folla assiepata nella chiesa di San Pantaleone a Miglianico compare all’estrema sinistra della tela alle spalle del crocifero inginocchiato una bimbetta bionda (fig. 5), che riprende nella posa e nelle fattezze la testa realizzata un paio d’anni prima, che non può ritenersi uno studio per Il voto, come è indicato nella monografia dell’artista compilata da Tommaso Sillani, ma piuttosto un’opera autonoma ripresa da Michetti secondo il modus operandi del suo pensiero circolare attraverso cui i protagonisti dell’epos abruzzese sono inseriti sia all’interno di composizioni complesse sia ritratti singolarmente in un continuo e muto scambio tra collettivo e individuale.

La fascinazione esercitata da quest’immagine su Michetti è, inoltre, testimoniata anche da una versione a matita su carta conservata in collezione privata (fig. 6; Francesco Paolo Michetti. Catalogo generale, p. 205 n. 304). Pubblicata da Sillani come Il fanciullo ricciuto, l’opera, riprodotta per la prima volta nel 1893 in un fondamentale articolo dedicato a Michetti di Gabriele d’Annunzio sulle colonne di “La Tribuna Illustrata”, nel 1932 è proprietà di Ercole Micozzi,  interessante esponente della borghesia romana di inizio Novecento, dirigente del Ministero delle Poste e Telegrafi, nonché consigliere della giunta comunale e presidente generale della S.S. Lazio. Nella raccolta Micozzi figuravano numerose opere di Michetti, in parte cedute nel 1922 alla Galleria nazionale d’arte moderna e alcune esposte nella Mostra retrospettiva di F.P. Michetti organizzata in occasione della Biennale di Venezia del 1932.

[1]          G. d’Annunzio, Nota su F. P. Michetti, “Il Convito”, 1896, 8, pp. 583-592, p. 589.

[2]          L. Chirtani, Paolo Michetti all’Esposizione Nazionale, “L’Illustrazione Italiana”, VIII, 1881, 37, p. 174.

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