Hai cercato

Scultore

Giacinto Bardetti


Sei interessato alla vendita o all'acquisto delle sue opere?

Acquistiamo opere di questo artista

e di altri pittori e scultori dal XVI secolo sino alla prima metà del XX secolo

La galleria Berardi offre un servizio gratuito e senza impegno di valutazione di opere di arte antiche e moderne. Per orientarsi nel mercato dell'arte, assai complesso e pieno di sfumature, è meglio affidarsi ad un consulente professionista che sappia rispondere in maniera veloce e concreta alle tue esigenze. La chiarezza delle risposte risolverà in maniera efficace la necessità di stimare o mettere in vendita un bene.

Contattaci immediatamente senza impegno

Risposte anche in 24 ore:

Telefono

06.97.606.127

Whatsapp

347.783.5083

Giacinto Bardetti

( Quinzano d'Oglio 1879 - Roma 1972 )

Scultore

    Giacinto Bardetti

    Nato a Quinzano d’Oglio il 19 febbraio 1879, frequentò a Brescia la Scuola Comunale di Disegno per Arti e Mestieri per dedicarsi alla scultura, realizzando in quel periodo una colossale Materia oggi dispersa. A Roma, dove si trasferì nel primo decennio del Novecento, frequentò la Scuola libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti ed entrò nella bottega del conterraneo Angelo Zanelli, dov’è documentato dal 1908. Fra 1910 e 1911 lavorò all’esecuzione e alla messa in opera dei grandi altorilievi in gesso (L’Amor patrio e I cortei trionfali del Lavoro) formanti il fregio del sotto-basamento della statua equestre di Vittorio Emanuele II al Vittoriano, il cantiere più prestigioso d’Italia. Sul cantiere del Vittoriano avvenne l’incontro, nel 1910, con Gabriele D’Annunzio, il quale iniziò a sostenerlo economicamente per poi commissionargli opere per il Vittoriale. Nel 1915 debuttò alla Terza Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione romana con l’opera, oggi dispersa, Amor materno. Sposò nel 1918 Anna Sacerdoti e aprì uno studio in via Margutta, al n. 22 dov’è documentato nel 1927 e poi al n. 33 nel 1931 e 1935.

    A Roma sviluppò l’interesse per la scultura a tema animalistico, manifestatosi sin dagli esordi: “Nel 1912 – riportava Piero Scarpa -, quando ancora non poteva disporre di un ricovero per lavorare, si era fatto frequentatore assiduo del giardino zoologico ed appunto di quell’epoca sono le sue sculture di animali che posseggono distintissime qualità di interpretazione di forma e di carattere, di queste che maggiormente spiccano nella sua produzione di bertucce, gorilla e scimpanzé. A tale studio animalistico egli già si era addestrato a Brescia quando a scopo artistico frequentava la locale scuola di agricoltura. Di queste statue più o meno grandi il Bardetti è riuscito ad editarne qualcuna così ha potuto egli trovare quell’assistenza – sia pure assai modesta – che egli necessitava per progredire” (Scarpa 1924). Nel 1921 espose alla Prima Biennale Romana uno Chimpanzè in bronzo “di alto valore decorativo” (Lancellotti 1921, p. 57) al quale seguì lo Scimpanzè presentato nel 1927 alla XCIII rassegna degli Amatori e Cultori, opere che richiamano la bellissima Coppia di scimmie qui esposta e lo Scimmione donato a D’Annunzio nel 1925, collocato al Vittoriale in una nicchia della Stanza della Cheli. Prova della sua specialità come scultore animalista, lo Scimmione giunse nella sontuosa residenza del Vate nella stessa cassa della statua in bronzo di S. Francesco orante, il Frate Sole o Inno al sole collocato nel 1925 nei giardini della Prioria, i giardini privati del parco del Vittoriale. D’Annunzio lo aveva commissionato

    a Bardetti in seguito all’acquisto da parte della regina Margherita del S. Francesco presentato nel 1922 alla XC Esposizione degli Amatori e Cultori.

    Fra 1922 e 1923 realizzò due monumenti ai Caduti, per Falvaterra e Vicovaro, e la statua bronzea La Vedetta d’Italia, oggi nel nuovo studio del Comandante del palazzo-mausoleo di Schifamondo al Vittoriale. Per D’Annunzio eseguì anche un S. Francesco di piccole dimensioni (1927-28), collocato nei giardini della Prioria e rimosso dopo il 1929, quando il Vate lo fece saldare su uno dei suoi mille elefanti di metallo e collocare dapprima nella Stanza delle Reliquie e più tardi nel Museo della Guerra di Schifamondo. D’Annunzio acquistò inoltre nove bassorilievi in bronzo della testa di profilo di San Francesco per farne dei donativi ai propri ospiti. Il rilievo, la cui invenzione risale al 1922, fu scelto dall’artista per decorare la propria tomba nel cimitero del Verano e, come le Scimmie, fu tradotto anche in maiolica. Rilievi e targhette in bronzo, come l’inedito Maiale qui esposto, dominavano la sua produzione nel 1928, anno in cui ne presentò un gruppo alla XCIV Esposizione degli Amatori e Cultori. Bardetti morì a Roma il 1° ottobre 1972.

    Alessandra Imbellone

     

    LEGGI TUTTO

    acquisto opere artisti e stima pittura e scultura

    Opere di Giacinto Bardetti


    Altri artisti che potrebbero interessarti

    Iscriviti alla newsletter per ricevere le mostre in preparazione e le nuove acquisizioni!

    Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.

    Example
    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.