OPERA DISPONIBILE
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Vincenzo Gemito

(Napoli 1852 - 1929)

Ritratto di donna (1918)

Misure: cm 42 x 48

Tecnica: disegno a matita e biacca su carta grigia

firmato in basso a sinistra:  “V. Gemito 1918”

L’opera, di straordinaria qualità artistica, è caratterizzata da uno spiccato vigore plastico e un realismo drammatico, carico di ispirazione poetica. Fa parte di una serie di ritratti su carta realizzati da Gemito a partire dalla metà degli anni Dieci, alcuni dei quali sono stati pubblicati da Schettini nella monografia del 19441 ed altri ancora compaiono nelle pubblicazioni successive, fino a quelle più recenti2. La tecnica  che  lo  scultore  utilizza  era  stata  già sperimentata sul finire degli anni Ottanta dell’Ottocento, come si evince, ad esempio, dall’Autoritratto del 1886 dedicato a Nannina. Si tratta di disegni realizzati a matita e carboncino, con l’aggiunta sapiente di rialzi a biacca su carta preparata. Talvolta, Gemito adopera anche carte antiche, accuratamente ricercate nei mercatini napoletani.

Il ritratto potrebbe essere d’ispirazione; forse l’effigiata è una donna ideale, il cui aspetto contiene diverse suggestioni, raccolte dall’artista sia dal mondo reale, che dai ricordi di tempi passati. Per tale motivo l’aspetto della donna presenta alcuni rimandi con l’amata moglie Anna Cutolo, scomparsa nel 1903 dopo una lunga malattia3. In particolare con il ritratto Testa di Anna, mutilo del mento, ma ricomposto da Bruno Mantura nel 1989 in occasione della mostra di Spoleto, rintracciandone la parte mancante nel verso di un autoritratto. Secondo Mantura il volto di Anna esprime “tutta la sua grazia giovanile, coi capelli dritti a farle da cornice: un po’ Medusa e un po’ Sole4”. Nell’opera in esame invece, la posa è quella prediletta da Gemito in questi anni per i ritratti femminili e prevede una leggera torsione del collo, che permette al viso di volgersi verso

sinistra, mentre lo sguardo non incontra mai quello dell’osservatore ma appare distratto e malinconico. Tale atteggiamento si ritrova anche nel Ritratto di giovane donna del 1918, dove la modella, forse ideale, presenta dei tratti sublimati e assoluti e appare completamente immersa in tempi trascorsi5. Ad ogni modo il Ritratto di Donna in oggetto, pur condividendo gli stessi valori formali, è privo di quell’aspetto angelicato, a favore di un piglio più terreno e drammatico. La camicia leggermente aperta sul petto, presenta dei sapienti chiaroscuri, nei quali si apprezza una ricca varietà di grigi, ottenuti a matita e carboncino, per la resa delle numerose piccole pieghe, sulle quali il bianco diviene squillante e suggerisce il vibrare leggero della stoffa.

Giancarlo Brocca

1A.  Schiettini, Gemito, Ed. Dell’Esame, Milano 1944

2M.S. De Marinis, Gemito, Japadre, L’Aquila 1993; D. M. Pagano, Gemito, Electa, Napoli 2009; J. Champion a cura di, Gemito, le sculpteur de l’âme napolitaine, Paris Musèes Parigi 2019

3 Pagano 2009, p. 236, 237

4 Ibidem

 

 

Bibliografia

Alfredo Schettini, Gemito, Milano 1944 Carlo Siviero, Gemito, Napoli 1953

Bruno Mantura, Temi di Vincenzo Gemito, De Luca Roma 1989 Maria Simonetta De Marinis, Gemito, L’Aquila-Roma 1993 Denise Maria Pagano, Gemito, Electa Napoli 2009

Jean Loup Champion a cura di, Gemito, le sculpteur de l’âme napolitaine, Paris Musèes Parigi 2019

 

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