OPERA DISPONIBILE
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Vittorio Matteo Corcos

(Livorno 1859 - Firenze 1933)

Ritratto di Donna Ludovica Altieri (1904)

Misure: 49,7 x 40 cm

Tecnica: olio su tela

Firmato e datato in alto a sinistra: “25-2-904 / Corcos”.

Provenienza: Eredi della famiglia Altieri

Mostre: Corcos. I sogni della Belle Epoque, a cura di I. Taddei, F. Mazzocca, C. Sisi (Padova, Palazzo Zabarella, 6 settembre – 14 dicembre 2014), Venezia: 2014, pp. 116, 195.

 

“Pittore alla moda”, “padrone della sua tecnica da non dubitar mai, quando comincia un ritratto, che quel ritratto debba riescir bene”, così Ugo Ojetti descrive Vittorio Matteo Corcos in una lunga intervista rilasciata nella primavera del 1907 e pubblicata sulle colonne de “L’Illustrazione Italiana”[1]. Formatosi tra l’Accademia di Firenze e la scuola di Domenico Morelli a Napoli, Corcos si era perfezionato a Parigi nell’atelier di Léon Bonnat ed era entrato nella cerchia di Adolphe Goupil, affermandosi come uno dei più ricercati peintre de femmes, sulla scia dei connazionali Giuseppe De Nittis e Giovanni Boldini, nonché come autore di aggraziati dipinti di genere. Rientrato in Italia nel 1884, dalla metà degli anni Novanta dedica al ritratto, raggiungendo un’indiscussa fama. A partire dall’inizio del Novecento si rivolgono a lui la nobiltà italiana (la contessa Carolina Sommariga Maraini, 1901, Roma Fondazione per l’Istituto Svizzero; la principessa Spada Potenziani 1903, Moncalieri, collezione privata; la contessa Anna Rombo Morosini, 1903, collezione privata; la principessa Olga Cantacuzene, 1904, collezione privata; Anita Vollert de’ Ghislanzoni e Maddalena Parodi Vollert, 1912, Milano, Museo Louis Braille, Istituto dei Ciechi; il marchese Riccardo Mannelli Galilei Riccardi, 1915, collezione privata) e l’aristocrazia internazionale frequentatrice dei salotti fiorentini, l’imperatore Guglielmo II e la sua consorte, la regina Amelia di Portogallo, la principessa Maria Josè di Savoia (1931, collezione privata), ma anche intellettuali, uomini politici e artisti (Pietro Mascagni, 1891, famiglia Mascagni; Lina Cavalieri, 1903, Firenze, collezione privata).

All’apice della celebrità nella lunga intervista del 1907 descrive il suo metodo di lavoro. A un primo incontro a colazione con il modello (“A tavola la signora più compassata […] si muove, si disgela, si rivela come forse non farà mai in una conversazione di molte ore nel suo salotto”[2]), segue una prima seduta di posa durante la quale Corcos esegue alcuni schizzi per realizzare un bozzetto dal vero e qualche fotografia attraverso cui viene composta la tela, per poi tornare a lavorare sul modello per due o tre sedute, senza timore di ricominciare da capo nel caso il dipinto non sia apprezzato dal modello (“Se, alla penultima seduta, scopro che nel mio quadro qualcosa non mi piaccia, o nel cliente qualcosa che mi piaccia di più di quel che ho già veduto o segnato, ricomincio senza paura”[3]). Bozzetti propedeutico alla realizzazione del ritratto finale è certamente questa tela raffigurante donna Lodovica Altieri di profilo. Si tratta di uno degli studi descritti da Ojetti come “le più belle pitture sue; teste grandi al vero, disegnate con fermezza e trattate con una pennellata fluente e franca che modella e colora, teste qualche volta un poco caricaturali, tanto in quel primo scontro col modello, questo sottile toscano vuol scoprire e fissarne il carattere, si potrebbe dire il segreto”[4]. Rispetto all’opera finale, un ritratto a mezzo busto con un suntuoso abito da sera in seta e piume, questo profilo presenta un tono più intimo, quasi meditativo. Seduta nello studio dell’artista, con indosso una stola di pelliccia sotto cui si intravede un abito da giorno rosso, la nobildonna è resa con tratto veloce e taglio fotografico, che lascia intuire le spalle e il decolté. Una linea di contorno disegnativa segue il profilo, mentre il pennello si sofferma su alcuni particolari, come l’orecchio con l’orecchino di perle, e sulla luce che scorre sui capelli castano-ramati. Alcune ciocche ribelli rafforzano il senso di immediatezza della composizione, come anche la data iscritta in alto a sinistra, che fissa il giorno della seduta di posa al 25 febbraio 1904, ovvero una data invernale che ben si concilia con l’abbigliamento della modella. Colpisce il chiarore roseo dell’incarnato, che fonde la lezione di Bonnat con la tradizione accademia fiorentina. In entrambe i dipinti compaio le margherite, omaggio al futuro sposo Margherito Guidotti che Lodovica Altieri avrebbe sposato in seconde nozze il 31 luglio 1904 e da cui avrebbe avuto quattro figli: Olga, Buona, Lorenzo ed Emiliano. Nata a Gattaiola nei pressi di Lucca il 20 ottobre 1877, donna Ludovica era figlia di don Lorenzo dei principi Altieri e della principessa Olga Cantacuzene, pittrice e scrittrice di talento. Pendant coevo del dipinto finale è il ritratto della stessa principessa Cantacuzene, opera dalle stesse misure, ma dalle tonalità calde che contrastano con quelle fredde dell’effige della figlia.

I ritratti di Vittorio Corcos hanno seguito per oltre un trentennio l’evoluzione dell’alta società italiana e internazionale, dando forma all’eleganza della Belle Époque, ma anche alle inquietudini del primo dopoguerra. Nato a Livorno il 4 ottobre 1859 da Isacco Corcos e Giuditta Baquis, appartenenti alla locale comunità ebraica, si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Enrico Pollastrini per poi perfezionarsi dal 1878 a Napoli sotto la guida di Domenico Morelli. Segue nel 1880 il trasferimento a Parigi, dove frequenta il salotto di Giuseppe De Nittis e incontra Zola, Edmond de Gouncourt, Daudet, Degas e Manet. Firma, quindi, un contratto con la Maison Goupil e frequenta lo studio di Léon Bonnat, attraverso cui si accosta al ritratto. Proprio la lezione di Bonnat è evidente nel Ritratto di Garibaldi (Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori), commissionato nel 1882 dal Comune di Livorno. All’interno del sistema dell’arte della Maison Goupil si caratterizza come raffinato interprete dell’universo femminile, descritto attraverso i ritratti, ma anche figure affascinati (L’elegante, 1888, collezione privata) e talvolta inquietanti (La morfinomane, 1899, collezione privata) e momenti di vita quotidiana (Il neonato, 1884, collezione privata; Visita al museo, 1890-95 circa, collezione privata; Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892, Carpi, Palazzo Foresti). Presente al Salon parigino nel 1881, 1882 e 1885, nel 1884 prende contatti anche con il mercato inglese. Rientrato in Italia nel 1884 per svolgere il servizio militare, sposa Emma Ciabatti e si trasferisce a Firenze. Ormai ritrattista affermato realizza nel 1889 i ritratti del giornalista Yorik (Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori) e di Silvestro Lega (Milano, Galleria d’Arte Moderna) e ancora nel decennio successivo di Pietro Mascagni (1891, collezione privata), di Giosuè Carducci (1892, Bologna, Casa Carducci). Nel 1896 ottiene un notevole successo alla mostra fiorentina Festa dell’Arte e dei Fiori con il dipinto Sogni, acquistato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. L’opera-simbolo della Belle Époque fece molto scalpore per la posa anticonvenzionale della modella Elena Vecchi, figlia dello scrittore Augusto Vecchi, che siede su una panchina con accanto tre libri e un ombrello da passeggio. Dal 1898 soggiorna a lungo a Castiglioncello, dove costruisce una casa sul promontorio verso Punta Righini. Nel 1900 inizia a collaborare con la rivista “Il Marzocco”. Nei primi decenni del Novecento l’attività di ritrattista diviene sempre più intensa. Muore a Firenze l’8 novembre 1933.

 

Teresa Sacchi Lodispoto

[1] Il conte Ottavio, Accanto alla vita (note settimanali). Vittorio Corcos, “L’Illustrazione Italiana”, XXXIV, 1907, 16, pp. 377-380.

[2] Ivi.

[3] Ivi.

[4] Ivi.

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