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Pittore
Emilio Longoni
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Emilio Longoni
Emilio Longoni nasce nel 1859 a Barlassina, in Lombardia, da una famiglia di umilissime condizioni. Condotto ancora bambino a Milano per iniziare a lavorare, si trova coinvolto nei mestieri più disparati, dimostrando nel frattempo una singolare attitudine verso il disegno. Tra il 1876 e il 1880 riesce a frequentare l’Accademia di Brera, allievo di Giuseppe Bertini (1825-1898) e Raffaele Casnedi (1822-1892) e compagno di corso di Giovanni Segantini (1858-1899) e Giovanni Sottocornola (1855-1917). In questi anni cruciali per la nascita del Divisionismo italiano, Longoni esordisce a Brera nel 1880, con una serie di paesaggi che vengono notati da Vittore Grubicy de Dragon.
Dopo un soggiorno a Napoli, rientra a Milano carico di una fresca ed energica visione umanitaria che lo porta a comporre i primi dipinti legati alla questione sociale. Vicino agli ideali di Filippo Turati e forse anche per l’esperienza vissuta, esegue opere che raffigurano tristi episodi di infanzia povera e misera, tra cui Chiusi fuori scuola, ma anche grandi tele a sfondo socialista e sociale, tra cui L’oratore dello sciopero, esposta alla I Triennale di Brera del 1891. Il primo nucleo del Divisionismo longoniano è espresso dunque nelle opere di figura e di tema umanitario La venditrice di frutta, Le riflessioni di un affamato. La piccola tela intitolata Il pulcino, esposta nello stesso anno presso la Famiglia Artistica di Milano, ritrae un piccolo episodio di intima quotidianità in un umile interno domestico, in cui la bimba protagonista dà da mangiare a un pulcino da un piattino, sul tavolo della cucina.
Solo a partire dalla metà degli anni Novanta, Emilio Longoni ritorna al paesaggio, con una produzione di ariose e maestose vedute della montagna e dei ghiacciai lombardi e svizzeri, che lo conducono a un eccezionale successo tra i collezionisti privati, interessati anche alla vena simbolista che permea le vedute e le opere di figura dell’inizio del Novecento. Nel 1903 prende parte alla sua prima Biennale di Venezia con Il suono del ruscello e vi ritorna nel 1905 con l’emozionante Alba.
Quello di Longoni è un divisionismo brillante e dettagliato che spesso lascia anche spazio ad un impasto cromatico più largo e nebuloso, in cui le ampie prospettive montane risultano estremamente realistiche e poetiche allo stesso tempo. Il tema della montagna è particolarmente presente all’Esposizione di Milano del 1906, dove presenta il famoso Ghiacciaio (poi riproposto alla Biennale veneziana del 1907) insieme a Primavera della vita. In questi anni, soggiorna frequentemente tra le vette del Bernina, momenti da cui scaturiscono molti studi e tele tra cui Ore vespertine e Rododendri, presentate alla Biennale di Venezia del 1909 e Mestizia e Trasparenze alpine della Biennale del 1910.
Per tutti gli anni Venti, Emilio Longoni, sempre più distante dalle esposizioni, porta avanti la sua personalissima ricerca divisionista attraverso opere di piccole e grandi dimensioni, tra cui Lago di Garda, in cui lo studio del colore si unisce a quello della luce e di particolari trasparenze pulviscolari che caratterizzano tutta la sua ultima produzione. Muore a Milano nel 1932.
Elena Lago
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