Héctor Da Ponte

Héctor Da Ponte nasce a Torino nel 1879, ma trascorre gran parte della sua vita in America del Sud. La sua formazione avviene in Italia, probabilmente alla Reale Accademia Albertina di Torino, per poi trasferirsi nell’ultimo decennio del secolo in Paraguay, partecipando per quasi sessant’anni allo sviluppo dell’ambiente artistico di questo Paese. 

La vocazione didattica e l’accademismo post-romantico

Il pittore dedica la maggior parte della sua carriera all’insegnamento delle arti visive, infatti, insieme al francese Julio Mornet, fonda un’Accademia d’arte presso l’Istituto Paraguaiano, dove si forma un’intera generazione di artisti locali. Studiando in Italia alla fine dell’Ottocento trasporta in sud America l’impronta dell’accademismo post-romantico, restando fuori dalle influenze delle avanguardie europee. La pittura di macchia però penetra nel suo linguaggio, visibile nei tanti paesaggi che realizza, nella pennellata più corposa e meno precisa che contrassegna soprattutto i cieli solcati di soffici nuvole e gli splendici specchi d’acqua. Lo studio del modellato e del disegno rimarranno comunque fondamentali nella sua attività pittorica e didattica.

Il fascino dei costumi e delle tradizioni paraguaiane

La sua produzione è eterogenea, dipinge sia quadri di natura storica che vedute dal vero. I soggetti delle sue tele sono infatti scene epiche, di costume, paesaggi bucolici, ma anche ritratti, come quello realizzato al presidente Emilio Aceval.

Nel 1910 partecipa all’Esposizione del Centenario argentino a Buenos Aires con alcuni lavori tra cui Pasito, dove riproduce uno dei più pittoreschi luoghi della baia di Asunciòn, caratterizzando ancor di più il paesaggio con l’introduzione di figure in costume come lavandaie o portatrici d’acqua. Nella storia dell’arte paraguaiana Héctor Da Ponte è infatti considerato come un precursore della pittura indigena, per la curiosità e la documentazione volta alle popolazioni aborigene e a questa nazione multiculturale.

Nel 1912 presenta alla Mostra dell’Associazione degli Artisti italiani organizzata presso Firenze quattro lavori El Vado, Autoritratto, El tropero e Cacique Toba, opere di ispirazione locale dedicate a paesaggi e persone paraguaiane, testimoniandone anche le tradizioni folcloristiche.

L’artista dedica molto del suo tempo al sostegno e allo sviluppo dell’arte sudamericana, tanto da organizzare il Primo Salone delle Belle Arti nel 1899.

Abile colorista e paesaggista romantico

Altre opere che immortalano scorci e vedute del Paraguay sono Noche de luna, esposto al Salon des Bellas Artes Asunciòn, Tramonto del Paraguay, realizzato nel 1938, e Veduta del Paraguay, tele che stupiscono per il cromatismo intenso che le caratterizza. I suoi dipinti sono infatti esempi di una pittura ancora legata al gusto romantico e all’estetica del sublime. Il pittore predilige cogliere i paesaggi al crepuscolo, all’alba o durante un plenilunio, dando voce a tutta la sua abilità coloristica dal forte impatto emotivo.

Héctor Da Ponte rimane talmente legato a questo Paese che muore ad Asuncòn nel 1956.

Emanuela Di Vivona