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Scultore
Pietro Calvi
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Pietro Calvi
Le sculture di Pietro Calvi, in particolare i busti orientalisti, sono quotate tra i 7.000 euro e i 15.000 euro in media. È noto per le sculture in cui accosta materiali diversi, come bronzo e marmo.
I capolavori di altissima qualità ispirati all’Oriente o a soggetti letterari possono superare i 60.000 euro, il record d’asta del 1991 è infatti di 174.669 euro per uno straordinario Otello in marmo di Carrara e bronzo.
Queste stime sono puramente indicative e si raccomanda di contattarci per ricevere una valutazione precisa e gratuita della vostra scultura di Pietro Calvi.
Pietro Calvi nasce a Milano nel 1833 e si forma all’Accademia di Brera studiando al seguito di Giovanni Seleroni, scultore cremonese che lo introduce presto alla commistione di materiali diversi, aspetto che costituirà la sua cifra distintiva.
Nella primissima fase Pietro Calvi collabora con il maestro nell’esecuzione di statue per il Duomo di Milano e per la Galleria Vittorio Emanuele, ma esordisce all’Esposizione di Torino del 1868 con una delle sue sculture più identificative, l’Otello, il cui volto in bronzo contrasta con il bianco marmoreo della veste e del fazzoletto tra le mani. È probabile che per quest’opera Calvi abbia preso come modello il primo attore africano che in Europa, nel 1826, interpretò Otello, Ira Aldrige.
Il fascino per l’esotismo caratterizza tutta la produzione dello scultore, insieme all’attenzione per il quotidiano e la dimensione più popolare: dopo l’Otello espone nel 1869 a Firenze un Putto dormiente e l’anno successivo partecipa al Salon parigino, dove raggiunge uno straordinario successo di critica e di pubblico. Sempre nel 1870 compare all’Esposizione di Parma di nuovo con l’Otello e poi con una sensuale Baccante in marmo. Dal 1872 partecipa per oltre dieci anni alle mostre della Royal Academy a Londra, entrando con successo nel mercato inglese, ricercato soprattutto per l’unione di diversi materiali, spesso preziosi, come i marmi policromi.
Espone anche a Milano dell’Autunno e della Primavera, Nennella un busto che riflette un costume popolare romano e soprattutto Selika, busto in marmo e bronzo che rappresenta la regina Selika, protagonista dell’opera Africaine di Giacomo Meyerbeer. All’Esposizione di Napoli del 1877 espone Mariuccia, Gennariello e Arianna.
Nel 1883 partecipa all’Esposizione di Belle Arti di Roma con Un’alba di carnevale, Menestrello e i più intensi Aida e Moro di Venezia, mentre l’anno seguente è alla sua ultima esposizione di Torino con i preziosi busti in marmo e bronzo Aleydah e Ben Alì – Ben Ladiar, dove i candidi turbanti in marmo avvolgono le bronzee teste dei mori. La sua carriera si ferma proprio nel 1884, quando lo scultore muore prematuramente, a soli cinquantuno anni.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.