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Pittore
Fausto Zonaro
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Fausto Zonaro
Fausto Zonaro, figlio di un carpentiere che si rende subito conto della sua attitudine verso l’arte, viene ben presto iscritto all’Istituto Tecnico di Lendinara, dove riceve le prime nozioni di disegno e viene notato da Federico Cordenons, che lo spinge a frequentare l’Accademia. Veloce è dunque il passaggio dalla provincia padovana a Verona, dove passa all’Accademia Cignaroli e studia al seguito di Napoleone Nani e si avvicina al verismo.
Passato qualche tempo a Venezia, nel 1878 si trasferisce a Napoli per perfezionarsi e nel frattempo esegue numerose opere ispirate al verismo partenopeo che vende con facilità, ma che non gli permettono di mantenersi.
Nel 1883 espone a Torino L’accattacarta di Napoli, Un lazzarone di Napoli e Le sartine, opere che indicano la sua immersione nella quotidianità napoletana e la completa acquisizione di una modalità pittorica che lo avvicina all’aneddoto curioso, tutto realizzato rispettando fedelmente la realtà.
Sempre nello stesso anno espone anche a Genova, Firenze e Roma, dove invia Passa la vacca, Le cucitrici napoletane, La sofferente e Il saponaro, un’opera quest’ultima che rivela il gusto per la scenetta ispirata da un episodio tratto dal reale ma descritto con una verve arguta. La tecnica, minuta e particolareggiata, invece, deriva in toto dalla lezione veneta di Nani.
All’Esposizione di Venezia del 1887 invia una serie di opere caratterizzate dalla stessa acutezza cromatica e aneddotica: Lavoratrice di perle, Al Redentore, Il Banditore, In attesa, I pigiatori, tutti soggetti tratti dalla quotidianità.
Grande viaggiatore e pittore costantemente alla ricerca di nuovi motivi, si trasferisce per un periodo a Parigi, dove aggiorna il suo stile al colore e alla luce post impressionisti. È proprio in questo momento che avviene la vera maturazione dell’artista: ormai è giunto ad un linguaggio personale, intriso di dettagli provenienti dalla tradizione veneta, dal gusto per l’aneddoto arguto, dal realismo partenopeo e dalla scioltezza impressionista.
Grazie alla lettura di Costantinopoli di Edmondo De Amicis, viene attratto dall’idea di trasferirsi in oriente insieme alla moglie Elisa. Alla fine degli anni Ottanta si trovano ad Istanbul e alloggiano precisamente nel quartiere di Pera, dove Elisa impartisce lezioni di pittura e crea una fitta rete di conoscenze per Zonaro.
Questi, diviene subito un grande interprete dei motivi orientalisti, che immortala in piccoli quadretti da vendere ai turisti. Il successo giunge rapidissimo, perché viene ben presto notato dai funzionari di corte. Nel 1891 arriva finalmente l’occasione che Fausto Zonaro aspettava da tempo: il Sultano Abdul Hamid lo nomina pittore di corte.
Oltre ai dipinti ufficiali per il sultano, celebrativi della storia costantinopolitana sotto la dominazione islamica, Zonaro esegue numerosissime impressioni dal vero. Ne sono protagonisti odalische e dervisci, vedute del Bosforo e del Corno d’oro ad olio e acquarello, tra cui Il dervis urlante, Bagno turco, Preghiera, Rive fiorite del Bosforo, I barbieri all’aria aperta e Sul Ponte di Galata.
Poco prima della rivoluzione e del suo rientro in Italia, Zonaro ha conquistato così tanto la fiducia del sultano che riesce finalmente a ritrarlo. Il sultano successivo toglie al pittore i suoi incarichi e lo rispedisce in Italia nel 1910, dove prima si stabilisce a Roma e poi a Sanremo. Affianca ai suggestivi paesaggi esotici bellissime vedute della Riviera Ligure e delle coste francesi, marine che trasmettono tutta la sua maturità e sapienza luministica.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.