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Pittore
Gaetano Forte
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Gaetano Forte
Gaetano Forte nasce a Salerno nel 1790. All’inizio dell’Ottocento il padre, desideroso che il figlio si avvii alla carriera forense, lo manda a Napoli. Ma Gaetano, arrivato a Napoli nel 1806, decide di non obbedire al padre e si iscrive all’Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi di Giuseppe Cammarano.
Allo stesso tempo, si interessa con grande attenzione all’architettura e comincia a studiare prospettiva insieme all’architetto Domenico Chelli, anche scenografo del Teatro San Carlo. Sono i primissimi anni in cui Forte comincia a elaborare realistiche miniature in avorio, influenzato sicuramente dalla sapienza ritrattistica di Jean-Baptiste Wicar, che lo protegge per alcuni anni, quelli della sua formazione napoletana.
Nel 1810, quando Wicar non è più alla direzione dell’Accademia, Forte ritorna a Salerno dalla famiglia, si sposa e ha un figlio, per cui decide di stabilirsi nella sua città. A Salerno fonda una scuola di pittura e architettura privata, continuando incessantemente a dipingere, soprattutto ritratti.
Famoso è quello del suo maestro Domenico Chelli, noto per l’influenza della ritrattistica francese e per un realismo schietto e lontano dall’intento celebrativo e patetico. Del 1816 è invece La famiglia del pittore, in cui i volti e le espressioni estremamente realistiche giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del ritratto napoletano in senso veristico.
Alla fine degli anni Venti si trasferisce di nuovo a Napoli, dove realizza una serie di ritratti che lo hanno definitivamente consacrato agli occhi della critica. Uno di questi è il Ritratto del Canonino Nicola Giordano, sempre caratterizzato dal consueto realismo antiretorico. Dagli anni Trenta partecipa alle Biennali Borboniche: vi presenta Coriolano nel 1833, Il duca di Rocca romana, capitano delle reali guardie del corpoe Busto del capitano Alfano nel 1835. Alla Biennale del 1837 risalgono, oltre al Ritratto del padre, due dipinti di storia, Antipatro si difende davanti a Cesare delle accuse di Antigono e Tiresia sulla domanda di Eocle evoca l’ombra di Lajo, purtroppo dispersi.
Questo comunque dimostra come negli anni napoletani Forte non si sia dedicato solo a ritratti, suo punto forte, ma anche alla pittura di storia. Nel 1840 l’Accademia lo nomina professore onorario di architettura, attività che comunque coniuga sempre con la pittura. Nel 1848 alla Biennale Borbonica presenta otto opere tra cui Ritratto virile a mezza figura, Fanciullo nudo, ritratto di persona trapassata, Cacciagione di uccellame, Giove e Callisto e Ritratto muliebre a mezza figura. Negli ultimi anni, viene colpito da una malattia agli occhi che gli impedisce di dipingere. Muore a Napoli nel 1866.
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.