Giovanni Battista Tassara

Scultore ligure, nato a Genova il 23 giugno 1841.

Era ancora giovinetto, quando sentendo grande inclinazione alla scultura, fu dal padre messo nello studio del prof. Nomagnino, dove stette sei o sette mesi, essendo passato dopo in quella del prof. Cevasco.

Giunto il 1860, Tassara infiammato dal sacro amore di patria, prese parte alla gloriosa spedizione dei Mille, nella quale si distinse per il valore dimostrato in quelle memorande giornate.

A Calatafimi fu fatto caporale ed a Palermo sergente, riportando anche due menzioni onorevoli e l’onore di una grave ferita alla clavicola destra, che gli spezzò parte della scapola.

Passato ufficiale nella 18.ma divisione comandata da Bixio, prese parte a tutta la campagna, terminata la quale, si dimise e tornò all’arte.

Il Tassara ha numerosi lavori, molti dei quali pregevoli.

Uno dei primi fu un gruppo di tre figure, rappresentante: “La morte di Schiaffino porta bandiera dei Mille a Calatafimi”; poi modellò il gruppo degli “Amori degli Angioli”; “Una statua di Garibaldi sullo scoglio di Quarto”; il gruppo rappresentante: “Il battesimo di Cristo”, che oggi è nella Chiesa di Santa Margherita Ligure; “Il sogno di una Vergine”; “Una coppa”, esposta in Firenze nel 1871, e della quale se nè occupò tutta la stampa con moltissimo favore.

Fu esposta anche a Milano e meritò le lodi del Ministro Castagnola che la premiò con medaglia e di Vittorio Emanuele II.

Il Tassara ha poi modellato vari busti di persone illustri, e meritevoli d’essere ricordati sono quelli dei professori “Ussi”, “Conti”, “Dall’Ongaro”, del “D’Azeglio”, dell'”Aleardi”, ecc.

All’estero viaggiò molto ed eseguì vari lavori, ma fu abbastanza disgraziato, forse a causa della troppa sincerità del suo animo sempre buono e leale.

Nondimeno egli, malgrado tante traversie, non si è mai scoraggiato ed ha sempre lavorato.

Altre sue opere importanti, furono il “Mosè”, statua colossale per il Cimitero di Staglieno; il monumento a “Bellini”, pel Duomo di Catania, nella quale opera essendo stato messo di mezzo dagli intrighi di bassi speculatori, persone apparentemente molto stimate, dovè rimetterci oltre la fatica anche qualche migliaio di franchi.

Lo stesso gli accadde nell’ordinazione avuta di due Candelabri monumentali; finalmente, per non citarle tutte, un’ultima causa di rovina per il Tassara fu la fabbrica di maioliche da lui impiantata, nel 1883, e che dopo tre anni di sacrifizi e di assidue lotte, dovè essere chiusa.

Il Tassara ha fatto due statue per la nuova facciata del Duomo di Firenze: “Aronne” e “Samuele”; nel 1886, dalla Casa Reale ebbe l’ordinazione della statua di “Nettuno”, di forma colossale.

Adesso questo artista disgraziato, ma bravo e coscienzioso, è domiciliato a Roma e lavora sempre con febbrile entusiasmo, anzi sta facendo due bassorilievi colossali, che dovranno decorare l’ossario di Calatafimi.

Il Tassara, oltre essere decorato di molte onorificenze, fu nel 1867 nominato Socio onorario dell’Accademia Raffaello di Urbino; nel 1868, professore all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, e l’anno dopo a quella di Genova.