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Pittore
Giuseppe De Nittis
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Giuseppe De Nittis
Rimasto orfano di padre e di madre, si recò a Napoli insieme con due suoi fratelli maggiori, e, preso da irresistibile vocazione per la pittura, volle studiare nell’Istituto di Belle Arti. Molto più che i precetti del Marinelli e dello Smargiassi, i cui ideali compassatamente accademici non potevano certo essere i suoi, gli valse lo studio diretto ed appassionato della natura, durante le lunghe giornate passate a copiare dal vero, in compagnia di Francesco Rossano e di Marco De Gregorio, nelle verdi campagne di Portici, di Pozzuoli, d’Ischia, di Capri.
A diciotto anni espose per la prima volta alla promotrice di Napoli, ed una sua scena di campagna pugliese piacque e fu acquistata dal Municipio. Un altro suo quadretto fu comprato da Casa Reale, l’anno susseguente, per la pinacoteca di Capodimonte. Ma alle soddisfazioni procurategli da questi successi seguirono le amarezze per le gelosie e la malevolenza di alcuni compagni d’arte.
Dispiaciuto ed irritato dalle ostilità, che sentiva crescere di giorno in giorno d’intorno a sè, persuaso che la sua visione schiettamente , benchè leggiadramente realistica non potesse essere ancora gustata nel proprio paese, lasciò, verso la fine del 1868, Napoli per Parigi, ove, dopo qualche mese di permanenza, si ammogliò con una assai vezzosa ed intelligente fanciulla parigina. In Francia il suo ingegno si maturò e l’arte sua divenne di essenza più delicata ed elegante.
In una serie deliziosa di piccole tele, che in poco tempo lo resero celebre e ricco, egli evocò, come nessun altro ha saputo prima e dopo di lui, il gaio e variopinto formicolio delle piazze e delle strade della chiassosa metropoli francese. Recatosi più tardi a Londra, dove le premure di un ricchissimo amatore d’arte che lo idolatrava lo trattennero un anno o due e lo fecero tornare più di una volta, il suo pennello che si era mostrato così sapiente nel ritrarre le assolate e polverose pianure della Puglia, le ridenti campagne napoletane e gli aspetti briosi e pittoreschi di Parigi, si rivelò non meno abile ed efficace nel riprodurre sulla tela gli aspetti grandiosi ed un po’ tetri della capitale della Gran Bretagna.
Un subitaneo malore uccideva, in due ore, trentottenne, il 21 Agosto 1884, questo valoroso pittore, la cui arte così seducentemente modernista non è ancora conosciuta ed apprezzata siccome merita nella patria sua.
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