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Pittore
Odoardo Toscani
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Odoardo Toscani
Odoardo Toscani nasce a Roma nel 1859. Pur dimostrando una forte passione per il disegno e la pittura, si laurea in giurisprudenza nel 1880 e poi decide di arruolarsi nel reggimento bersaglieri nel 1882. Dopo aver sostenuto un esame, viene nominato volontario nella carriera consolare ed inizia a prestare servizio nel 1884.
La carriera diplomatica e l’attività pittorica costituiscono il duplice aspetto dell’intera vicenda biografica del pittore. La prima esperienza espositiva risale al 1883, quando partecipa alla Mostra Nazionale di Roma con tre soggetti diversi: uno di argomento militare, Le grandi manovre, poi un Ritratto e infine Un’etera, figura femminile di ispirazione neopompeiana.
L’anno successivo, all’Esposizione nazionale di Torino, presenta alcuni soggetti storici e militari, tra cui Crimea, 16 agosto 1855, In marcia e L’alt. Subito dopo, Toscani inizia la sua avventura come console tra il Nordafrica e l’Oriente. La sua carriera prende avvio come volontario a Tunisi nel 1885, poi viene nominato vice console a Costantinopoli nel 1886 e a Patrasso nel 1893. Una volta promosso regio console, si sposta al Cairo dove rimane dal 1901 al 1904, concludendo la sua carriera a Smirne dal 1905 al 1914, anno della sua morte.
Sin dai suoi primi viaggi come volontario nella carriera di Console, Toscani ha sempre accompagnato l’attività diplomatica a quella pittorica. Ha dato vita a un ricchissimo e quasi interamente inedito corpus di opere che restituiscono una visione sfavillante di un Oriente vero raccontato nella sua quotidianità, attraverso agili effetti di luce e una forte sensibilità nella comprensione delle culture altre.
Conosciamo bene la sua attività consolare grazie ai numerosi rapporti e resoconti inviati al Ministero degli Affari Esteri del Regno, in cui si rivela il suo lato di attento conoscitore dei popoli arabi, turchi e greci, della loro economia, delle vie di commercio e dei flussi migratori del Mediterraneo. Questa attitudine si riflette decisamente nella sua produzione pittorica, che può essere interpretata come un vero e proprio reportage etnografico.
Sull’affascinante esempio di Edmondo De Amicis, Toscani, nel 1889, pubblica il libro di viaggio Tunisi, in cui trasmette alla perfezione la sensazione di continua scoperta e di perpetua avventura che prova stando a contatto con i popoli, con i paesaggi, con la dimensione urbana della Tunisia. «Figure e fondi che nessuna fantasia d’artista ha mai pensato si succedevano, si intrecciavano dinanzi a me ogni passo che muovevo, e la storia, la leggenda e il deserto si davano convegno in quella folla strana e indescrivibile in cui le movenze, il colore e l’aggruppamento dell’insieme sembrano cercati in una tavolozza divina». (O. Toscani, Tunisi, 1889, p. 14).
Questo caleidoscopico mosaico di tavolette che raffigurano il deserto tunisino, il Nilo, i minareti al Cairo, i bianchi marabutti di fronte al mar Mediterraneo, donne fuori dalla moschea, pastori, mercanti, beduini, cammelli, palme e piramidi non sono mai meramente descrittivi perché si nutrono dell’energia del soggetto tratto dal vero. Dimensione che il pittore-console trasmette di nuovo in Tunisi quando spiega: «A Tunisi ero arrivato con la mia tavolozza e i miei pennelli e con un programma pittorico da sbalordire. Ed ecco che mi drizzava innanzi un ostacolo che può sembrare ridicolo ed era invece per me formidabile; quello di non sapere da dove cominciare» (O. Toscani, Tunisi, 1889, p. 44).
Elena Lago
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