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Pittore
Scipione Vannutelli
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Scipione Vannutelli
“Parlare di Vannutelli nella cerchia più ristretta dell’arte romana sarebbe lo stesso che parlare di Meissonnier nel mondo parigino. Come a Parigi l’artista francese, così fra noi il Vannutelli è stimato e conosciuto per i suoi squisiti quadretti; pitture che in piccola dimensione contengono pure grande valore artistico. I suoi soggetti sono trovati con garbo e bell’invenzione, le sue figurette sono dipinte con franchezza, benché siano finitissime anche nei particolari; il suo colorito è limpido e piacente e soprattutto la sua pittura non è mai stentata”.
Così riportava il principe Baldassarre Odescalchi a proposito dell’arte di Vannutelli, uno degli artisti romani più rinomati e apprezzati all’estero. Il suo studio nel Palazzo Pamphilj di piazza Navona riceveva importanti clienti provenienti dal mondo aristocratico e imprenditoriale internazionale.
D’altro canto la sua formazione ebbe luogo di già in ambito europeo: dallo studio del purista Tommaso Minardi al viennese Carl Wurtzinger sino a raggiungere Parigi dove seguì il pittore alla moda Ferdinand Heilbuth. Da qui derivò una produzione di genere ambientata nella storia passata, facilmente fruibile, cromaticamente vivace e briosa e tecnicamente impeccabile.
Il successo arrise presto al maestro romano, prima legandosi al mercante parigino Goupil e quindi esponendo le sue opere nelle mostre più prestigiose sino a vincere la medaglia d’oro al Salon di Parigi del 1864 con il dipinto L’intrigo. Opera che poi venne acquistata da Matilde Letizia Bonaparte per la sua residenza di Rue des Courcelles e venne allo stesso tempo recensita con toni entusiastici da Téophile Gautier, fautore de l’art pour l’art, ovvero di un’arte godibile per la sua indiscussa qualità tecnica e non per ciò che rappresenta.
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